Esplode la sala macchine della petroliera Koala, il Golfo di Finlandia rischia il disastro ambientale
Ha a bordo 130mila tonnellate di olio combustibile denso, 20 volte tanto quello fuoriuscito dal recente naufragio russo nel Mar Nero
Di Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera
tratto da www.greenreport.it
![](https://greenreport.it/templates/yootheme/cache/25/petroliera%20koala%20russia-255d832f.jpeg)
Fonti aperte finniche hanno diffuso la notizia che la sala macchine della petroliera Koala, battente bandiera di Barbados e Antigua, lunga oltre 270 metri e larga 50, con a bordo 130.000 tonnellate di olio combustibile denso (heavy fuel oil) ha subito ieri un’esplosione nella sala macchine e ha riportato danni alle strutture di bordo.
Attorno a mezzogiorno l’agenzia di stampa russa indipendente Baza ha lanciato la notizia, affermando chela petroliera Koala fosse in procinto di affondare nel porto russo di Ust-Luga (Laukaansuu in finlandese). La stessa agenzia riferisce che la petroliera aveva completato il carico alle 02 (GMT), imbarcando circa 130.000 tonnellate di olio combustibile.
Diverse fonti anonime hanno riportato che ci sono state tre potenti esplosioni localizzate nella sala macchine e a seguito ciò si sono aperte vie d’acqua nella nave; tuttavia, all’attualità, ci sono notizie contraddittorie riguardo le esplosioni avvenute a bordo e non è chiaro se il carico sia parzialmente fuoriuscito o ancora no.
Il dato certo, diffuso dalle autorità russe, riguarda il confinamento dello scafo della Koala effettuato dal Ministero delle Emergenze russo tramite posizionamento di panne (barriere) intorno alla nave, fortunatamente ancora in porto.
Dello stesso segno appaiono anche le notizie diffuse dai media russi Tass e Fontanka (locale, regione di Leningrad), secondo cui si sarebbero udite alcune esplosioni nella sala macchine; l’equipaggio, composto da 24 persone, è stato evacuato.
Lo stesso Comando della Guardia costiera finlandese del Golfo di Finlandia ha comunicato che non dispone ancora di informazioni attendibili e verificate sull’incidente in questione.
Non è la prima volta che si rischia il disastro ambientale marittimo, negli ultimi mesi. Abbiamo già trattenuto il fiato per la petroliera Sounion colpita ad agosto da terroristi houti nel Mar Rosso (e cui non conosciamo l’epilogo dopo l’avvenuto rimorchio) e, ancora, nel dicembre scorso in seguito al naufragio, nel Mar Nero, di due vecchie petroliere monoscafo russe (Volgoneft-212 e la Volgoneft-239), che con loro carico di circa 6.000 tonnellate hanno causato un vero e proprio disastro nello Stretto di Kerch, che collega il Mar Nero col Mar D’Azov.
Le seimila tonnellate fuoriuscite hanno causato un inquinamento marino e costiero di enormi proporzioni e nonostante lo sforzo di migliaia di volontari accorsi sul luogo insieme alle autorità russe, siamo purtroppo lontanissimi dal poterlo definire, a distanza di quasi due mesi, risolto.
![](http://www.blueplanetheart.it/wp-content/uploads/2025/02/ust-luga_petroliera_koala.jpg)
E parliamo di circa 6.000 tonnellate appena: sappiamo che il carico della Koala è 20 volte maggiore, e non osiamo immaginare cosa accadrebbe nel Golfo di Finlandia se dovesse fuoriuscire, tutto o in parte. Mar Rosso, Mar Nero, Mar Baltico: a chi toccherà dopo?