UNO SGUARDO OLTREOCEANO PER PARLARE DELL’INTENSA ONDATA DI GELO IN ARRIVO SUGLI STATI UNITI
UNO SGUARDO OLTREOCEANO PER PARLARE DELL’INTENSA ONDATA DI GELO IN ARRIVO SUGLI STATI UNITI
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Il Nord America si appresta a vivere un’intensa ondata di gelo nel vero senso del termine. Oltreoceano queste dinamiche sono comuni perché quel serbatoio di aria artica che ogni anno si riempie sul Canada trova liberamente sfogo verso sud sfruttando essenzialmente due fattori: l’evoluzione zonale – cioè da ovest verso est – delle onde atmosferiche che si rincorrono tra creste anticicloniche e cavi depressionari e una sorta di percorso segnato dalla Catena delle Montagne Rocciose che si apre verso le pianure senza trovare ostacoli orografici che interagiscono con le vaste ed intense irruzioni, modificandone la traiettoria e la portata.
Quella che è appena iniziata e che raggiungerà l’apice all’inizio della prossima settimana sarà un’ondata di gelo davvero molto intensa ed estesa. Un autentico fiume di aria artica si muoverà verso sud per portare l’isoterma di 0 °C a 850 hPa fin sul Golfo del Messico e quelle di -5 e di -10 °C fin verso Stati come Georgia, Alabama e Mississippi: per avere un’idea su quanto sarà energica la spinta meridiana dell’irruzione, potremmo immaginare queste isoterme all’altezza dell’entroterra nord africano tra Marocco e Algeria. Il nocciolo più gelido si collocherà tra gli Stati del Minnesota, del Dakota del Nord e del Dakota del Sud, dove nella giornata di lunedì la massa d’aria a 850 hPa avrà una temperatura fino a -33/-36 °C e raggiungerà così un’anomalia termica negativa per lo più compresa tra 26 e 29 °C. Prendendo come esempio di riferimento la città di Grand Forks, nel Nord Dakota a 250 metri sul livello del mare, si può osservare come proprio lunedì 20 saranno toccati i -35 °C a circa 1500 metri di quota rispetto ai -10 °C che rappresentano il valore medio dell’ultimo trentennio. Questa località si trova all’incirca alla stessa latitudine di Vienna: anche in questo caso possiamo immaginare cosa vorrebbe dire, in Europa, avere isoterme di -30/-35 °C a 850 hPa addossarsi all’arco alpino quando, nella prima decade del gennaio 1985, siamo per esempio arrivati a -20 °C.
A Grand Forks, gli estremi di temperatura previsti nelle prossime 72 ore non lasciano davvero spazio all’immaginazione su che cosa significhi essere esposti a una severa ondata di gelo, con temperature minime tra -25 °C e -28 °C e temperature massime tra -17 °C e -24 °C. Sarebbe interessante conoscere le reazioni degli abitanti di questa città se dovessero sapere quali sono le «ondate di gelo» che, secondo i media italiani, arrivano sulla nostra penisola…