UNA BURRASCA EQUINOZIALE NEI GIORNI STATISTICAMENTE PIÙ FREDDI DELL’ANNO

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UNA BURRASCA EQUINOZIALE NEI GIORNI STATISTICAMENTE PIÙ FREDDI DELL’ANNO

UNA BURRASCA EQUINOZIALE NEI GIORNI STATISTICAMENTE PIÙ FREDDI DELL’ANNO

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Ci siamo svegliati con temperature tra i 12 e i 16 °C su quasi tutto il territorio nazionale, ad eccezione dell’angolo nord-occidentale dove lo sfondamento nei bassi strati nelle miti correnti meridionali è stato reso difficoltoso dall’imponente barriera montuosa delle Alpi. È questa una conseguenza della circolazione che si è venuta a impostare sulla scala euro-atlantica, dove è presente la vasta depressione Herminia che agisce con perno sulle Isole Britanniche e che interessa, con la formazione di una figura di bassa pressione secondaria, anche la nostra penisola (fig. 1).

Sulla carta di analisi del tempo c’è scritto 28 gennaio, ma se questa data non fosse indicata potremmo pensare tranquillamente di essere di fronte ad una delle tempeste equinoziali di fine ottobre, cioè a quelle condizioni atmosferiche che sanciscono l’ingresso in pompa magna dell’autunno alle nostre latitudini. Non ci sono infatti solo le temperature ad ingannare il tempo cronologico e quello meteorologico, ma anche il tipo di precipitazione che è scaturita e di cui abbiamo parlato nell’ultima analisi, sottolineando il massiccio carico di aria umida in arrivo dall’Oceano Atlantico subtropicale e messo a disposizione per essere convertito in idrometeore. Abbiamo sperimentato piogge forti, anche a carattere di nubifragio e nevicate che sono cadute a quote molto elevate per il periodo su gran parte della cerchia alpina. Un caso emblematico è quello di Livigno, a 1800 metri, dove è piovuto per tutta la notte: è piovuto dove, a fine gennaio, dovrebbe nevicare anche in piena avvezione calda.

Abbiamo osservato anche temporali (fig. 2), che si sono verificati addirittura fin sull’area alpina e prealpina per un totale di circa 4000 fulminazioni registrate tra le ore 6:30 e le ore 8:30 soprattutto tra la Lombardia e la Toscana, nelle ore che dovrebbero essere le più fredde del giorno e quindi con il minimo potenziale energetico disponibile. Siamo però nel periodo dell’anno in cui, questo potenziale, dovrebbe essere nullo non solo di notte, ma anche nelle prime ore del pomeriggio. Tutto concorre, quindi, a classificare queste condizioni atmosferiche come prettamente autunnali, tipiche di fine ottobre, in cui avviene la dissipazione del calore accumulato durante la stagione estiva. Allargando poi gli orizzonti, possiamo inoltre osservare come questo stato di anomalia termica in cui ci troviamo interessi tutta l’Europa dove – diciamolo senza mezzi termini – è in atto un’intensa ondata di caldo, in relazione al periodo: si continuano infatti a registrare, in modo diffuso da alcuni giorni, temperature tra i 7 e i 14 °C sopra la media del periodo (fig. 3).

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