NEL FINE SETTIMANA NUOVO PEGGIORAMENTO AL SUD E SULLE ISOLE. A SEGUIRE, PRIMI TENTATIVI DI CHIUSURA DEL FLUSSO PERTURBATO ATLANTICO DA ANALIZZARE PASSO DOPO PASSO

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NEL FINE SETTIMANA NUOVO PEGGIORAMENTO AL SUD E SULLE ISOLE. A SEGUIRE, PRIMI TENTATIVI DI CHIUSURA DEL FLUSSO PERTURBATO ATLANTICO DA ANALIZZARE PASSO DOPO PASSO

NEL FINE SETTIMANA NUOVO PEGGIORAMENTO AL SUD E SULLE ISOLE. A SEGUIRE, PRIMI TENTATIVI DI CHIUSURA DEL FLUSSO PERTURBATO ATLANTICO DA ANALIZZARE PASSO DOPO PASSO

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Si va concludendo l’intensa ondata di maltempo che ha interessato gran parte della nostra penisola. Al suo seguito, come mostra l’immagine da satellite (fig. 1), si sono fatte strada delle schiarite che sono destinate a lasciare il posto alla nuvolosità di una nuova circolazione ciclonica in ingresso sul Mediterraneo occidentale dal Golfo di Biscaglia.

L’evoluzione di questo sistema perturbato non avverrà però da ovest verso est perché la saccatura, che sta accompagnando tutto il sistema, sarà strozzata dall’espansione verso il Nord Atlantico dell’anticiclone delle Azzorre che sarà invitato a ergersi verso le alte latitudini da un arricciamento del lobo canadese del Vortice Polare. La conseguenza di questa dinamica comporterà dapprima l’evoluzione della saccatura in una goccia fredda in quota in movimento verso l’entroterra algerino e, successivamente, la probabile risalita di questa circolazione verso nord-est e le nostre regioni meridionali, con annessa depressione in formazione anche nei bassi strati: secondo gli ultimi ricalcoli elaborati dalla modellistica numerica, le nostre regioni meridionali e le due Isole Maggiori entrerebbero sotto il raggio d’azione di questa figura di bassa pressione soprattutto tra sabato 1 e domenica 2 febbraio, quando è prevista la fase più organizzata del passaggio perturbato (fig. 2).

Potrebbe essere questo l’ultimo episodio perturbato guidato dalle correnti atlantiche, relativamente alla fase meteorologica che abbiamo vissuto negli ultimi giorni. A seguire, cioè dai primi giorni della prossima settimana, sembrano emergere i primi tentativi di chiusura all’ingresso del flusso perturbato alle nostre latitudini per opera dello stesso promontorio anticiclonico che è stato responsabile della formazione della goccia fredda, di cui abbiamo appena descritto la probabile evoluzione. Sono queste solo le prime bozze di un possibile cambiamento di configurazione barica, incentrata alla possibile creazione di una figura anticiclonica alle alte latitudini, a cui si assocerebbe l’innesco di moti antizonali e quindi provenienti dall’est europeo.Per costruire questo nuovo disegno sinottico ci vorrà però qualche giorno e, proprio perché è ritenuto possibile un cambio di marcia del flusso portante delle correnti atmosferiche da ovest-est a est-ovest entro la prima decade del nuovo mese, non sarà poco il dispendio di calcolo che sarà necessario per riuscire a inquadrare, in modo affidabile, i passi che saranno compiuti dalla dinamica atmosferica per portare a compimento la costruzione del nuovo impianto barico, con tutto ciò che ne conseguirà in termini di circolazione delle masse d’aria annesse. Sarà quindi necessario seguire questi ricalcoli, passo dopo passo e senza saltare a conclusioni affrettate, per vedere come lentamente potrebbe prendere forma il nuovo puzzle barico.

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