LINEE GUIDA DELLE PROSSIME DINAMICHE ATMOSFERICHE, PARTENDO DALLA VELOCE IRRUZIONE FREDDA DEL FINE SETTIMANA
LINEE GUIDA DELLE PROSSIME DINAMICHE ATMOSFERICHE, PARTENDO DALLA VELOCE IRRUZIONE FREDDA DEL FINE SETTIMANA
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Dopo gli alti e bassi di dicembre, tra domenica 12 e lunedì 13 gennaio l’inverno farà nuovamente visita alla nostra penisola accompagnando una veloce irruzione di aria fredda che sarà rapidamente messa in fuga verso est da una possente espansione verso l’Europa centro-occidentale e il sud della penisola scandinava del promontorio subtropicale di matrice azzorriana. Questa rapida evoluzione non eviterà che una parte del flusso settentrionale possa scivolare lungo il fianco orientale della figura di alta pressione, determinare un calo anche sensibile delle temperature e generare, sul Mediterraneo centrale, una circolazione depressionaria che andrà ad impegnare soprattutto le nostre regioni centro-meridionali e la Sardegna con piogge e nevicate in Appennino, fino a quote che arriveranno probabilmente alla collina tra le Marche e la Basilicata.
Una caratteristica saliente di questa fase meteorologica sarà soprattutto il vento forte che si imposterà a seguito dell’elevato gradiente barico orizzontale tra la regione alpina e le nostre regioni meridionali (fig. 1): una differenza di 20-25 ettopascal – o se preferite i cari e vecchi millibar – attraverserà la nostra penisola e funzionerà da scivolo per far avvenire un’irruzione che, tutto sommato, avrà a disposizione circa tre giorni per interessarci e togliere il disturbo. La figura di alta pressione non perderà infatti tempo a conquistare i settori centro-meridionali del nostro continente, coricandosi dapprima lungo i paralleli dell’Europa centrale tra il 13 e il 14 gennaio e successivamente provando a gonfiarsi a foggia di mongolfiera per collocare i massimi di geopotenziale in quota e di pressione al livello del mare sull’angolo nord-occidentale europeo intorno al 15-17 gennaio. Anche se, almeno per il momento, non ci sono segnali robusti sulla possibile formazione di un campo anticiclonico di blocco, sarà comunque netto il cambio di circolazione che si manifesterà una volta passata l’irruzione perché, con lo spostamento della figura di alta pressione verso levante, la rotazione oraria dei flussi sostituirà velocemente l’aria fredda con quella più mite in arrivo da ovest: aspettiamoci, quindi, non solo un sensibile aumento della temperatura soprattutto in quota già a partire da martedì, ma anche una nuova e brusca risalita dell’altezza dello zero termico in montagna, probabilmente fin oltre i 3000 metri.
Per il momento, concentriamo la nostra attenzione sulle caratteristiche dell’irruzione (fig. 2). La disposizione spaziale dell’anomalia della temperatura della massa d’aria a 850 hPa, cioè a circa 1500 metri, mostra molto bene la natura artico-marittima del flusso in arrivo, destinato a spostarsi sul continente fino a sfociare già su parte delle regioni settentrionali e conquistare l’area balcanica tra domani e sabato e poi da qui riversarsi su tutta la penisola tra domenica e lunedì. Prima di raggiungere l’Italia, la massa d’aria si sarà quindi parzialmente continentalizzata ma la parte più fredda resterà comunque sull’area balcanica, dove a circa 1500 metri essa avrà una temperatura intorno ai -10 °C (fig. 3). Alla stessa quota, ma sulla verticale della nostra penisola, nel momento di massima avvezione prevista tra la sera di domenica e le prime ore di lunedì le aree che potrebbero ritrovarsi con temperature più basse, intorno a -5/-7 °C, saranno soprattutto quelle interne appenniniche dalla Romagna al Molise (fig. 3): solo in questi settori il freddo sarà quindi temporaneamente intenso, mentre altrove non si andrà oltre un normale raffreddamento tipico di una fase invernale senza infamia e senza lode. Addirittura, sulle estreme regioni meridionali il campo termico tenderà appena ad allinearsi quasi ai valori tipici del periodo, mentre sul versante tirrenico il raffreddamento sarà in parte attenuato dal riscaldamento adiabatico a cui andrà incontro la massa d’aria nel momento in cui valicherà i rilievi appenninici.