ECCO COME NASCONO LE PRE(VISIONI) CHE ANNUNCIANO GELO E NEVE CON OLTRE UNA SETTIMANA DI ANTICIPO E CHE POI, SPESSO, SI RIDUCONO A UN NULLA DI FATTO
ECCO COME NASCONO LE PRE(VISIONI) CHE ANNUNCIANO GELO E NEVE CON OLTRE UNA SETTIMANA DI ANTICIPO E CHE POI, SPESSO, SI RIDUCONO A UN NULLA DI FATTO
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Come abbiamo spesso visto nelle analisi pubblicate, le linee di tendenza dello stato del tempo si valutano in chiave probabilistica, considerando cioè tutti gli scenari calcolati dal modello numerico di previsione e valutando il loro comportamento in generale o provando a cogliere delle similarità ricorrendo alla cluster analisi. Se per esempio si considera il sistema di ensemble del modello americano, il numero di questi scenari è pari a 32 e ognuno di essi rappresenta una possibile evoluzione che, fino a prova contraria, ha la stessa probabilità di accadimento di tutte le altre evoluzioni. Si tratta di un concetto che fa fatica a diventare bagaglio culturale del lettore e che viene ignorato volutamente da chi è abile a confezionare quel tipo di notizie che in inverno annunciano, con largo anticipo, l’arrivo di chissà quale evento freddo. In figura sono rappresentati, per esempio, i 32 scenari di temperatura previsti sulla verticale di Bologna, a circa 1500 metri fino alla scadenza temporale del 22 gennaio: scegliamo lo step del giorno 13 alle ore 13 per poter leggere, nell’elenco, tutti gli scenari che sono stati calcolati partendo dalle condizioni iniziali delle ore 00 UTC di oggi. Se trascuriamo la media delle previsioni (AVN) e la media climatica (LT MEAN) abbiamo di fronte tutte le possibili evoluzioni che spaziano dallo scenario più caldo (P15: +8.7 °C) a quello più freddo (OPER: -10.0 °C).
Ecco, lo scenario più freddo è quello che viene sempre scelto per il lancio delle notizie che annunciano sull’arrivo del gelo e della neve proprio come è successo una decina di giorni fa quando, in una situazione analoga, è stato scelto lo scenario più freddo per annunciare il gelo in arrivo in questo giorno dell’Epifania.Credo che sia superfluo sottolineare che questo metodo non è scientificamente corretto e che non rappresenta, in nessun modo, la prassi da seguire per delineare una linea di tendenza. Desidero però ribadirlo per l’ennesima volta perché ne avremo ancora per almeno i prossimi due mesi: state pur certi che, se entro la fine di febbraio capiteranno situazioni analoghe, saranno abilmente cavalcate per continuare a diffondere a macchia d’olio questo tipo di disinformazione. Poi, nel caso dovesse succedere che facendo pre(visioni) in questo modo si verifichi davvero un evento invernale molto freddo – perché giocando a tombola prima o poi quel numero esce – ricordiamoci che anche un orologio rotto segna l’ora esatta due volte al giorno. Ricordiamoci, infine, che non è colpa della modellistica che «ritratta» se l’evento annunciato non si dovesse verificare perché, come potete osservare proprio in figura, a lunga scadenza sono tanti gli scenari ricalcolati ogni volta, ad ogni aggiornamento. Non c’è nessun ritrattamento, quindi, ma ci sono nuove ipotesi che tali resteranno fino a quando tutte diventeranno sovrapponibili le une alle altre, come possiamo osservare nella prima parte del grafico: quando questo accadrà, saremo di fronte a una previsione.