DISCUSSIONE SU UNA POSSIBILE CONFIGURAZIONE ANTICICLONICA DI BLOCCO IN AREA SCANDINAVA NELLA SECONDA DECADE DI GENNAIO
DISCUSSIONE SU UNA POSSIBILE CONFIGURAZIONE ANTICICLONICA DI BLOCCO IN AREA SCANDINAVA NELLA SECONDA DECADE DI GENNAIO
di Andrea Corigliano – FIsico dell’Atmosfera
In questo articolo vi propongo un’analisi degli scenari calcolati dal modello europeo per capire quali potrebbero essere i regimi meteorologici che godrebbero della probabilità più elevata di accadimento durante la seconda decade di gennaio. Tenendo conto delle principali configurazioni che possono caratterizzare il tempo sul nostro continente e che possiamo leggere nella lista indicata in figura, associata anche a delle barre colorate, si osserva come tra il 12 e il 15 gennaio possa diventare dominante il segnale di un blocco anticiclonico scandinavo che tuttavia, in base agli ultimi aggiornamenti disponibili, potrebbe poi perdere importanza con il passare dei giorni dal momento che la sua probabilità di accadimento andrebbe diminuendo.
Ci concentriamo ad analizzare gli scenari del giorno 13 perché, essendo il segnale più robusto proprio in questa data, abbiamo la possibilità di cogliere meglio eventuali differenze nelle varie configurazioni proposte che ovviamente avranno, come comun denominatore, il blocco anticiclonico stesso. Attraverso un particolare algoritmo, tutti gli scenari calcolati sono stati raggruppati in cluster in base alla loro similarità. Poi, mediante un altro algoritmo, all’interno di ogni cluster è stato selezionato lo scenario in grado di rappresentare al meglio le configurazioni sinottiche che sono state qui raggruppate e abbiamo ottenuto quello che, in gergo tecnico, si chiama «il membro rappresentativo (RM) del cluster». Per esempio, il cluster numero 1 è popolato da 21 scenari e il membro rappresentativo che meglio identifica la configurazione in comune con tutti gli altri scenari è l’elemento numero 37. È ben chiaro, allora, che la probabilità di avere un sistema anticiclonico di blocco alle alte latitudini è piuttosto elevata perché tutti i cluster ne sottolineano la presenza.
Allo stesso modo, possiamo però identificare un regime meteorologico anche per il Mediterraneo, che sia ugualmente caratterizzato da un segnale robusto? In realtà solo nel primo cluster, che conta 21 scenari su 51, è presente una circolazione ciclonica peraltro non accompagnata da rilevanti anomalie negative di altezza di geopotenziale a 500 hPa: questa ipotesi, al momento, in base ai calcoli attuali avrebbe una probabilità di accadimento di circa il 40% e quindi si tratterebbe di una percentuale ancora non particolarmente elevata per essere presa in considerazione. Nel secondo cluster, invece, non si scorge nulla di rilevante; mentre nel terzo si ipotizza una circolazione ciclonica sull’area balcanica che lambirebbe la nostra penisola. Siamo ovviamente di fronte a scenari puramente indicativi e che quindi non vanno considerati come se fossero una previsione con scadenza entro cinque giorni. Possiamo allora concludere che, pur restando nel complesso elevata la probabilità di un regime di blocco anticiclonico di matrice scandinava, i risvolti che questo disegno sinottico potrebbe avere alle nostre latitudini è ancora indecifrabile, con tutto ciò che ne consegue in termini di eventuali irruzioni fredde associate. Vedremo nei prossimi aggiornamenti come questo quadro andrà modificandosi, quando si passera da tre a due cluster e, infine, quando sarà il momento di sciogliere la prognosi.