DA ÉOWYN A UNA NUOVA E INTENSA CICLOGENESI CHE ESTENDERÀ PARZIALMENTE LA PROPRIA INFLUENZA ANCHE ALLA NOSTRA PENISOLA ALL’INIZIO DELLA SETTIMANA

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DA ÉOWYN A UNA NUOVA E INTENSA CICLOGENESI CHE ESTENDERÀ PARZIALMENTE LA PROPRIA INFLUENZA ANCHE ALLA NOSTRA PENISOLA ALL’INIZIO DELLA SETTIMANA

DA ÉOWYN A UNA NUOVA E INTENSA CICLOGENESI CHE ESTENDERÀ PARZIALMENTE LA PROPRIA INFLUENZA ANCHE ALLA NOSTRA PENISOLA ALL’INIZIO DELLA SETTIMANA

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

È stata una giornata molto difficile quella di ieri, venerdì 24 gennaio, per l’Irlanda e per il Regno Unito, interessati dal passaggio della tempesta Éowyn. In rete abbiamo visto le immagini che mostrano la devastazione lasciata da una depressione che è entrata nella storia della meteorologia irlandese per essere stata una tra le più violente che si sia abbattuta sull’isola, nonostante questa zona non sia estranea allo sviluppo di queste intense ciclogenesi che vengono partorite dall’Oceano Atlantico e che poi, non di rado, estendono il proprio raggio d’azione anche alla terraferma dell’Europa occidentale. Fanno davvero impressione per esempio i 184 chilometri orari di velocità raggiunti dalle raffiche di vento registrate venerdì, quasi alle prime luci dell’alba, dalla stazione di ricerca di Mace Head che si trova nella contea di Galway sulla costa occidentale irlandese e che è stata travolta in pieno dalla tempesta in arrivo dall’Oceano (fig. 1).

Un valore di velocità eolica che rappresenta un record e che potrebbe anche risultare addirittura sottostimato dal momento che la stazione, successivamente, non ha più trasmesso i dati fino al pomeriggio a causa dell’esteso blackout elettrico che ha lasciato senza luce centinaia di migliaia di persone. In casi estremi come questo, diventa quindi difficile quantificare con le misure delle grandezze atmosferiche lo stato del tempo che si è verificato nell’area interessata dal passaggio della tempesta proprio perché molte stazioni di rilevamento sono state danneggiate o distrutte dalla furia del vento. Per una tempesta che si allontana e che in fase di attenuazione interessa ora la penisola scandinava, ce ne sarà un’altra pronta a entrare in scena entro lunedì e a percorrere, all’incirca, lo stesso tragitto di Éowyn. Confrontando la carta del tempo che era prevista per la scorsa notte e quella relativa alla notte su domani (domenica), si nota infatti l’evoluzione di una nuova depressione atlantica che potrebbe vedere il proprio minimo perdere circa 30-35 hPa in ventiquattro ore e registrare una pressione atmosferica interna inferiore ai 960 hPa entro le prime ore di domani e inferiore ai 950 hPa entro le prime ore di lunedì (fig. 2).

Anche in questo caso saremo di fronte a una ciclogenesi esplosiva che, anche se sarà meno intensa e meno estrema, non sarà da sottovalutare: vedremo se il centro meteorologico inglese battezzerà il vortice assegnandogli il nome di Floris, seguendo l’elenco stilato per le eventuali tempeste in arrivo di questa stagione. Mentre a Éowyn è collegata la blanda perturbazione in fase di frontolisi che domani porterà qualche pioggia al Centro-Nord, alla nuova depressione si assocerà molto probabilmente un sistema perturbato più organizzato che attraverserà la nostra penisola tra lunedì e mercoledì (fig. 3). Questa volta, infatti, l’ampia circolazione ciclonica della nuova tempesta riuscirà a influenzare più direttamente la dinamica atmosferica anche alle nostre latitudini che vedranno un calo della pressione sul Mediterraneo occidentale e la formazione di un canale depressionario che accompagnerà il transito del sistema nuvoloso con l’attivazione di intense correnti meridionali. Il passaggio della perturbazione avverrà in un contesto termico più autunnale che invernale, stante la massa d’aria mite presente: la neve, prevista a tratti anche abbondante sul settore alpino e in particolar modo su quello centro orientale, cadrà quindi a quote montuose che saranno per lo più superiori ai 1100-1500 metri. Per avere un calo delle temperature e un tentativo di rientro nelle medie del periodo dovremo aspettare il 29-30 gennaio. Sia chiaro, però, che non arriverà il freddo. Concludo questo intervento con un saluto di benvenuto agli oltre mille followers che sono arrivati negli ultimi due giorni: spero che la permanenza in questa comunità sia piacevole e riesca a stimolare l’interesse per le scienze dell’atmosfera.

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