QUELLA NEVE IN PIANURA AL NORD CHE MANCA PER MENO DI QUATTROCENTO METRI.
QUELLA NEVE IN PIANURA AL NORD CHE MANCA PER MENO DI QUATTROCENTO METRI.
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Nelle ultime tre settimane le regioni settentrionali sono state interessate da due peggioramenti dello stato del tempo dalle caratteristiche potenzialmente nevose fino in pianura. Ribadisco l’avverbio «potenzialmente» perché, nelle previsioni prima e nella realtà poi, nei passaggi della perturbazione del 21-22 novembre e della perturbazione di questi giorni, le nevicate avvenute nelle aree in cui erano previste precipitazioni si sono verificate in genere oltre i 200-600 metri e solo occasionalmente la coltre bianca ha coperto con un velo o poco più alcune aree pianeggianti prossime alla pedemontana alpina e appenninica.
In entrambi i casi l’ingresso dei due sistemi frontali è stato anticipato da una fase più secca che aiuta i fiocchi di neve a guadagnare le basse quote, ma è sempre mancata la costruzione di un cuscinetto di aria fredda nei bassi strati degno di tale nome. D’altro canto, le irruzioni di aria fredda non sono state particolarmente intense dal momento che le isoterme a 850 hPa, cioè a circa 1500 metri di quota, non si sono spinte oltre i -2/-3 °C. Di conseguenza, quel puzzle di tessere che con pazienza dobbiamo incastrare tutte le volte, passo dopo passo, per arrivare alla previsione di una nevicata fino in pianura non è stato completato fino in fondo e ci siamo dovuti fermare, in prevalenza, a quote di bassa collina.
Prendendo come riferimento una quota media di 400 metri, sappiamo che in atmosfera standard salire di un simile dislivello comporta un calo della temperatura di circa 2.5 °C. Sarebbe un po’ come dire che, con due gradi e mezzo in meno, la quota neve si abbassa di circa 400 metri. Sembrano pochi, ma nella termodinamica della precipitazione nevosa due gradi e mezzo sono un’enormità e contribuiscono a fare la grande differenza tra una nevicata fino in pianura e una nevicata che si ferma in collina. In realtà, le nevicate di oggi hanno a disposizione situazioni ambientali meno congeniali per arrivare ad interessare le quote pianeggianti rispetto a quanto accadeva fino a qualche decennio fa: in un passato neanche tanto lontano due perturbazioni come quelle di cui abbiamo appena discusso avrebbero ammantato di bianco gran parte della Pianura Padana senza problemi