L’INVERNO PROVA A FARE SUL SERIO
L’INVERNO PROVA A FARE SUL SERIO
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
La prima decade di dicembre ci accompagnerà gradualmente verso condizioni invernali più durature in due mosse: la prima con il passaggio di un primo impulso entro metà settimana a cui farà seguito un veloce calo termico e la seconda, come anticipato, con un cambiamento radicale nella disposizione delle figure bariche in sede euro-atlantica a partire da venerdì. Non arriverà il gelo, ma andremo probabilmente incontro a un periodo che sarà caratterizzato da un afflusso abbastanza continuo di aria fredda verso le latitudini mediterranee, veicolato da un disegno barico a grande scala che diventerà ben strutturato a tutte le quote soprattutto a partire dal fine settimana. Le vicissitudini meteorologiche non dipenderanno così dal passaggio di una goccia fredda e il raffreddamento non sarà limitato a una breve parentesi perché, quando sono i grandi centri motore di alta e di bassa pressione a governare le dinamiche del tempo, l’impronta da essi lasciata è più pesante e gli effetti sulle condizioni meteorologiche tendono a persistere più a lungo. In questo caso, le figure bariche a cui facciamo riferimento apparterranno ad un’ampia e profonda oscillazione della corrente a getto polare che da venerdì si presenterà tra il vicino Oceano Atlantico e l’Europa centro-occidentale (vedi figura).
Come nei più classici schemi circolatori che portano l’aria artico marittima verso le basse latitudini, la fase invernale sarà innescata da un’espansione meridiana dell’Anticiclone delle Azzorre verso l’Islanda e il sud della Groenlandia e dall’approfondimento di una saccatura che, sollecitata dalla pulsazione anticiclonica, tenderà ad allungarsi verso l’Europa centro-meridionale muovendosi prima dal Mar di Norvegia e poi dalla penisola scandinava. La nostra penisola entrerà così all’interno di un’ampia conca depressionaria presente non solo in quota, ma anche al suolo con la formazione di depressioni secondarie che potrebbero snodarsi lungo il canale impostato dalla saccatura, con l’ultimo centro di bassa pressione in sede mediterranea grazie al contributo orografico dell’arco alpino. Grazie a questa concatenazione, l’aria fredda riuscirà a spingersi sempre più a sud fino a raggiungere nel fine settimana l’arco alpino e poi decidere come aggirarlo. Non è possibile, al momento, indicare le modalità di ingresso del flusso artico alle nostre latitudini per via della distanza temporale che ci separa dal probabile evento i cui effetti, alle nostre latitudini, saranno condizionati dalla posizione, dall’evoluzione e da quanto sarà profonda la circolazione ciclonica che andrà probabilmente formandosi in sede italica.
Al di là di questo particolare, che rientra nei dettagli della dinamica atmosferica alla mesoscala, possiamo dire che gli ingredienti di base del tempo saranno sostanzialmente due: l’aria fredda in arrivo con un associato calo termico che porterà le temperature su valori inferiori alla media del periodo (da vedere quanto) e le condizioni prevalentemente instabili che favoriranno la formazione di precipitazioni, a carattere nevoso probabilmente anche a quote collinari (da vedere dove e quando).Aspettiamo, come sempre, gli ulteriori sviluppi di calcolo da parte della modellistica numerica.