E QUESTO SAREBBE IL… GELO?

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E QUESTO SAREBBE IL… GELO?

E QUESTO SAREBBE IL… GELO?

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Ci battiamo per un corretta informazione scientifica nel campo delle scienze dell’atmosfera perché crediamo che, prima di tutto, ci sia il rispetto per il lettore che legge o per il telespettatore che ascolta. Ci battiamo per una corretta informazione scientifica nel campo delle scienze dell’atmosfera perché desideriamo che la notizia arrivi per quella che è, senza essere gonfiata per impressionare e fare del sensazionalismo a tutti i costi. Ci battiamo per una corretta informazione scientifica nel campo delle scienze dell’atmosfera per contrastare, in tutte le stagioni, un modo di informare che altera la realtà dei fatti e contribuisce a dare man forte a quei giudizi soggettivi che si riversano a valanga sui social per esempio quanto un esperto fa notare che un mese è stato più caldo del normale e in risposta riceve un… «non è vero perché io ho dormito con il piumone».

Giudizi soggettivi che crescono e che si diffondono a macchia d’olio perché certa informazione contribuisce a distorcere la realtà, in una società poco avvezza alla comprensione di analisi di dati scientifici e più incline a dare per vero ciò che è stato detto in TV e scritto sui giornali. Proprio quella TV e quei giornali che, ancora una volta, hanno presentato l’ingresso di aria più fredda avvenuta negli ultimi due giorni come un episodio di gelo che ha interessato tutta l’Italia. Un gelo… caldo, a quanto pare, perché le temperature che sono state registrate dalle stazioni meteorologiche gestite dall’Aeronautica Militare dicono ben altro. Nella giornata di ieri, quando l’irruzione ha raggiunto il culmine, le temperature massime in tutta la penisola sono state infatti per lo più comprese tra 10 e 15 °C mentre le minime di questa mattina sono scese al di sotto dello zero o hanno toccato questo valore solo ad Aosta, Bolzano Torino, Verona, Bergamo e Parma: altrove, abbiamo oscillato per lo più tra 2 e 9 °C positivi.

Persino in collina o a quote di bassa montagna come a Campobasso, Perugia e ad Enna, la temperatura non ha toccato la soglia del congelamento. Per poter parlare di gelo e, in particolare, di ondata di gelo, in meteorologia si sa che la temperatura deve rimanere sotto lo zero per tutta la giornata che, in tal caso, viene definita «di ghiaccio». Un esempio? Trieste min. -6 °C, max -4 °C; Venezia, min. -4 °C, max 0 °C; Perugia min -5 °C, max -1 °C, Firenze min. -2 °C, max 0 °C: sono queste le temperature minime e massime registrate in alcune città italiane il 27 dicembre 1996. Le ondate di gelo sono queste. L’aria gelida è quella che porta queste temperature giornaliere e non certo quelle di questi giorni.

Sono ormai consapevole che queste sono battaglie contro i mulini a vento ma, allo stesso tempo, credo anche che abbassare la guardia e lasciar correre significhi assecondare questo modo informare il grande pubblico: un modo profondamente sbagliato che finisce per togliere alla scienza il sacrosanto vincolo dell’oggettività su cui si basa e lasciare libero arbitrio all’interpretazione.

Anche se quanto ho scritto fosse utile a un solo lettore per capire come stanno realmente le cose, non sarebbe fiato sprecato. Per questo, non mi stancherò mai di puntualizzare.

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