SCENARI ANTICICLONICI SENZA SBLOCCO PROBABILMENTE ALMENO FINO A METÀ NOVEMBRE
di Andrea Corigliano, fisico dell’atmosfera
tratto da CENTROMETEO
Più di una mappa prodotta dalla modellistica numerica, credo che oggi sia di gran lunga più esplicativa l’immagine di una webcam per capire che tempo ci aspetta nei prossimi giorni.
Quella che vedete nella foto è la situazione che si presentava questa mattina nella vista panoramica catturata a Plan de Corones, in Alto Adige. Allo strato di inversione termica presente nella valle, responsabile della nebbia che la avvolge, fa da contraltare una catena alpina che è ancora senza neve perché, nonostante sulle regioni settentrionali sia piovuto parecchio negli ultimi due mesi, la quota dello zero termico è rimasta elevata e quindi ha impedito alla neve di imbiancare le Alpi al di sotto dei 3000 metri.
Come si evince poi dal radiosondaggio condotto dalla stazione di Novara Cameri, anche in questi giorni bisogna salire oltre i 4000 metri per trovare un’atmosfera a temperatura negativa, come se fossimo in piena estate: nella stagione fredda è questa l’impronta più pesante lasciata dai campi anticiclonici che, avendo radici subtropicali di origini nord africane, riescono a trasportare verso le medie latitudini europee una massa d’aria decisamente più calda rispetto al periodo.
Con buona probabilità, non cambierà quasi nulla almeno per i prossimi dieci giorni perché, analizzando la linea di tendenza, appare piuttosto chiaro che il segnale anticiclonico resterà robusto almeno fino a metà mese.
Potremmo avere delle variazioni della temperatura soprattutto al Centro-Sud perché su queste aree, dopo il 6-7 novembre, sono ipotizzabili delle infiltrazioni di aria più fresca da est in discesa lungo il fianco orientale del campo di alta pressione che manterrà il proprio centro d’azione sull’Europa centro-occidentale.
Campo termico a parte, dal punto di vista dello stato del tempo le novità invece non saranno molte perché il flusso perturbato atlantico si limiterà a scorrere tra l’Islanda e la penisola scandinava. Non aggiungo altro, se non una preghiera: non chiamiamola «l’estate di San Martino» perché, con queste premesse, potremmo trovarci sulla strada di un mese fortemente condizionato dall’egemonia anticiclonica e dall’assenza di neve sull’arco alpino fino a ridosso dell’avvio della stagione invernale. Per non dimenticare le regioni meridionali dove la siccità continua, continua, continua…
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell’atmosfera