LE CONSEGUENZE DELLA TEMPESTA BERT SONO ARRIVATE IN ASIA
LE CONSEGUENZE DELLA TEMPESTA BERT SONO ARRIVATE IN ASIA
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Le conseguenze della tempesta Bert hanno superato oggi la catena degli Urali. Quella massiccia avvezione di aria calda subtropicale, che è stata innescata dall’approfondimento della profonda depressione a nord-ovest dell’Irlanda e che ha attraversato nei giorni scorsi tutta l’Europa apportando condizioni particolarmente miti tanto da far cadere dei record di caldo notturni e/o diurni dal Marocco fino alla Danimarca e alla Scandinavia, è entrata nella circolazione delle alte latitudini e oggi ha fatto tappa sull’Asia. Anche in questo caso, rileviamo una temperatura a 850 hPa che ha superato il 99° percentile e dei valori di temperatura a 2 metri dal suolo che hanno raggiunto scarti superiori alla media climatologica del periodo per lo più compresi tra i 16 e i 24 °C.
In tutta sincerità, fa un po’ effetto vedere i luoghi di origine del gelido anticiclone russo-siberiano andare incontro ad anomalie di questo genere. Si tratta di una situazione che lascia inevitabilmente traccia sul bilancio termico delle alte latitudini perché queste anomalie sotto davvero troppo, troppo eclatanti. Quando allora i climatologi ci ricordano che l’Artico si è riscaldato molto di più del resto del pianeta, stimando un tasso di crescita di 2-3 volte superiore rispetto a quello con cui procede il riscaldamento globale, ricordiamoci anche delle anomalie di questo tipo: sono autentiche «eruzioni di aria calda» alle alte latitudini che sconvolgono letteralmente la climatologia di questa fascia latitudinale, essendo anche più frequenti e più intense delle anomalie di segno opposto.