L’ALLUVIONE DI VALENCIA DEL 29 OTTOBRE A CONFRONTO CON QUELLA DEL 1957: QUANDO IL DATO SCIENTIFICO SCONFESSA UN ARTICOLO DI GIORNALE
L’ALLUVIONE DI VALENCIA DEL 29 OTTOBRE A CONFRONTO CON QUELLA DEL 1957: QUANDO IL DATO SCIENTIFICO SCONFESSA UN ARTICOLO DI GIORNALE
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Ad ogni evento estremo che si verifica sul bacino del Mediterraneo, legato a ondate di calore o a precipitazioni molto intense, si sprecano gli interventi di coloro che vogliono dimostrare che… «è sempre successo» allegando un articolo di giornale o una lista di eventi del passato. In questi giorni si è parlato molto per esempio dell’alluvione che interessò la Comunità Valenciana il 14 ottobre 1957 per sminuire la portata del tragico evento che ha colpito quest’area una settimana fa. È stato sufficiente un articolo del giornale dell’epoca per provare a spegnere i riflettori su un evento che ha invece stabilito dei nuovi record assoluti per quanto riguarda i ratei di precipitazione e di cumulata giornaliera.
Dove si collocherebbe, allora, l’alluvione del 1957 tanto tirata per la giacca, insieme a tutte le altre alluvioni che hanno colpito questa zona della Spagna nel corso degli anni? Possiamo provare a scoprirlo osservando le precipitazioni giornaliere con soglia superiore ai 20 millimetri che sarebbero state registrate da una decina di stazioni meteorologiche posizionate nell’area di nostro interesse a partire dal 1937 (fig. 1). Faccio notare che ho usato il condizionale perché la serie storica degli eventi piovosi proviene dall’unico database disponibile ed è quindi ipotizzabile che l’AEMET abbia dati un po’ diversi: al fine del confronto per stabilire l’eccezionalità dell’evento del 29 ottobre, vedremo però che questo particolare risulterà trascurabile. Le linee in viola indicano gli eventi più intensi, cioè i casi in cui la precipitazione giornaliera si è portata a cavallo della soglia dei 200 millimetri: la sequenza delle linee, abbastanza regolare nel tempo, è proprio la dimostrazione che le alluvioni si sono sempre verificate e che quella del 1957 è risultata, fino ad oggi, la più estrema con quasi 300 millimetri caduti nell’arco delle ventiquattro ore.
Al di là della possibile incongruenza tra questo dato con quello registrato negli annali conservati presso l’AEMET, non ci sono però dubbi sul fatto che nell’evento del 29 ottobre scorso si siano toccate soglie pluviometriche che sicuramente sono state superiori a quelle del 1957, dal momento che diverse stazioni hanno superato i 600 millimetri e che la maggior parte di questa cumulata – si parla di 400-500 millimetri – si è riversata in sole 5-8 ore. Tra l’altro, a proposito di picchi pluviometrici, l’AEMET ha proprio oggi diffuso i dati definitivi, relativi alla stazione meteorologica di Turìs, che vanno a integrare e in parte a correggere quelli che avevamo già discusso nei precedenti interventi (fig. 2). Si confermano così i 42.0 mm caduti in dieci minuti, si aggiungono i 102.8 millimetri caduti in mezz’ora e si correggono gli ultimi due dati: in un’ora sono caduti 184.6 millimetri invece di 179.4 e nell’arco dell’intera giornata la cumulata è stata di 771.8 millimetri e non di 641. Siamo davvero oltre ogni immaginazione. Rielaborazione dati e grafico della serie 1937-2024 a cura di Guido Cioni, ricercatore presso il Max Planck Institute di Meteorologia di Amburgo.