COME È CAMBIATO IL NOSTRO INVERNO NEGLI ULTIMI SESSANT’ANNI
COME È CAMBIATO IL NOSTRO INVERNO NEGLI ULTIMI SESSANT’ANNI
Di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Non ci sono più gli inverni di una volta: negli ultimi anni ne abbiamo preso atto molto spesso seguendo una dinamica atmosferica che si è allontanata da quella che ricordano i nostri genitori e ancor più i nostri nonni. Se i ricordi non bastano o sono sfuocati, c’è la scienza con i dati a quantificare come il riscaldamento globale sia riuscito a modificare il comportamento di una stagione che ha perso le proprie caratteristiche salienti: a tal proposito, possiamo notare il netto cambio di passo che questo trimestre ha compiuto tra due trentenni consecutivi – il 1961/1990 e il 1991/2020 – per quanto riguarda la struttura dell’atmosfera sulla superficie isobarica di 500 hPa e il campo di temperatura a 850 hPa.
Nel primo caso, si osserva innanzitutto come questa grandezza atmosferica sia aumentata su tutta l’area europea centro-meridionale e in particolare tra i paesi centro-occidentali (figura a sinistra): questo segnale indica che il campo anticiclonico di matrice subtropicale è diventato mediamente più invadente, rendendo così meno probabili gli ingressi di aria fredda provenienti dalle alte latitudini: d’altro canto, avere una superficie isobarica di 500 hPa che lievita in un trentennio tra i 20 e i 30 metri è indice di una colonna troposferica che è diventata mediamente più calda.
Abbiamo riscontro di questo comportamento guardando anche l’anomalia di temperatura a 850 hPa che presenta un segnale anomalo più robusto alle alte latitudini, cioè laddove la stagione invernale risiede con il proprio quartier generale (figura a destra). Il dato di un’anomalia termica positiva superiore a 1.5/2.0 °C – che diventa di oltre 3 °C se il confronto si fa tra l’ultimo decennio e il 1991/1960 – indica sostanzialmente che i serbatoi da cui attingono le irruzioni contengono aria meno fredda rispetto al passato.
Da un lato abbiamo quindi un segnale anticiclonico più robusto che rende più difficoltoso l’arrivo di episodi invernali e dall’altro abbiamo a disposizione aria meno fredda rispetto al passato: in pratica, un intreccio di fattori che abbassano notevolmente la probabilità di vedere stagioni invernali comportarsi come 50-60 anni fa.
Tutto questo in tre generazioni: figli, genitori e nonni. Sono bastate solo tre sole generazioni per osservare questo drastico cambiamento