VERSO UN’ATTENUAZIONE DEL FLUSSO PERTURBATO E UN RINFORZO DEL PROMONTORIO NORD AFRICANO

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VERSO UN’ATTENUAZIONE DEL FLUSSO PERTURBATO E UN RINFORZO DEL PROMONTORIO NORD AFRICANO

VERSO UN’ATTENUAZIONE DEL FLUSSO PERTURBATO E UN RINFORZO DEL PROMONTORIO NORD AFRICANO

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Nei prossimi giorni, a seguito del passaggio della coda della perturbazione legata all’ex uragano Kirk che tra ieri e oggi ha attraversato l’Europa centro-occidentale come intensa depressione extratropicale, le condizioni meteorologiche sul bacino centrale del Mediterraneo andranno migliorando. Già dal fine settimana assisteremo infatti a una ripresa delle altezze di geopotenziale in quota che daranno forma a quella che, in gergo tecnico, si chiama «avvezione di spessore»: in altre parole, la nostra atmosfera si gonfierà per il trasporto di aria calda subtropicale che sarà messa in movimento verso nord dall’affondo di una saccatura tra la penisola iberica e il Marocco (figura a sinistra). Conosciamo ormai molto bene queste dinamiche perché sono quelle che accompagnano, verso le nostra penisola, l’espansione del promontorio nord africano il cui segnale, calcolato come sempre dalla modellistica numerica, vede al momento la fase clou di questa figura barica tra il 14 e il 19 ottobre: in questo periodo le temperature in quota, a circa 1500 metri, dovrebbero portarsi tra i 3 e i 6 °C oltre la media e raggiungere scarti superiori, fino a 7-8 °C, sull’arco alpino (figura a destra).

Per il momento ci limitiamo a proporre questo scenario dominante nelle sue caratteristiche generali, in attesa di capire più avanti quali potrebbero essere gli effetti sull’Italia e, secondariamente, di vedere se il quadro meteorologico sarà destinato a persistere. La posizione dell’ondulazione potrebbe infatti porre innanzitutto le nostre regioni più occidentali a un richiamo di aria umida lungo il fianco occidentale del promontorio, ma al momento non è possibile capire quanto potrebbe essere incisivo questo richiamo che scorrerebbe tra il centro di bassa e quello di alta pressione. In secondo luogo, l’eventuale persistenza dello scenario oltre i 5-7 giorni potrebbe delineare una configurazione di blocco che andrebbe purtroppo a inasprire ulteriormente le condizioni di siccità soprattutto sulle nostre regioni meridionali. Come ho scritto nell’ultimo articolo, è quando si arriva a situazioni come questa che si comprende di essere di fronte a un autentico paradosso nel momento in cui ci ricordiamo delle condizioni atmosferiche che abbiamo già vissuto. La probabile futura evoluzione meteorologica, per esempio, è un caso di «bel tempo anticiclonico» che convive con un caso di «maltempo anticiclonico»: è infatti di «bel tempo» per quelle regioni in cui è piovuto troppo e sperano così di tirare un sospiro di sollievo e di «maltempo» per quelle in cui continua ancora a non piovere e si aspetta la pioggia a braccia aperte. Due situazioni estreme a un migliaio di chilometri di distanza.

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