Perché il Monte Everest è così alto? Una ricerca evidenzia il ruolo di un fiume, ma sono in gioco forze più profonde
Il corso del fiume Arun, che attraversa la catena montuosa, è cambiato circa 90.000 anni fa, erodendo le rocce che appesantivano l’Everest, permettendo alla montagna di crescere di decine di metri. Ma al fondo di questo fenomeno di sollevamento c’è la complessa interazione tra le placche tettoniche della regione
di Gordon Lister/The Conversation
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Il Monte Everest (noto anche come Chomolungma o Sagarmāthā) è notoriamente la montagna più alta dell’Himalaya e della Terra. Ma perché?
Con i suoi 8849 metri sul livello del mare, l’Everest è più alto di circa 250 metri rispetto alle altre grandi vette dell’Himalaya. Inoltre, sta crescendo di circa due millimetri all’anno, circa il doppio della velocità con cui è cresciuto in media nel lungo periodo.
In un nuovo articolo pubblicato su “Nature Geoscience”, un gruppo di scienziati cinesi e inglesi mostra che l’altezza e la crescita anomala dell’Everest sono state influenzate dal fiume Arun, che attraversa l’Himalaya. Essi sostengono che il corso del fiume sia cambiato circa 90.000 anni fa, erodendo le rocce che appesantivano l’Everest, e che la montagna si sia alzata di conseguenza, guadagnando dai 15 ai 50 metri.
Gli autori sostengono il contributo del fiume, ma riconoscono che la “causa fondamentale” delle dimensioni della vetta sono i processi tettonici che creano le montagne. Per capire che cosa sta succedendo, dobbiamo comprendere le forze che hanno creato l’Himalaya e i movimenti che hanno permesso loro di crescere così in alto.
Il blob tibetano
Nel XIX secolo, i topografi britannici dimostrarono che il confine meridionale della catena dell’Himalaya descrive con precisione un arco che si allinea esattamente con un piccolo cerchio sulla Terra. Questo è piuttosto sorprendente.
L’unico modo razionale per spiegarlo è che ci sia la placca tettonica eurasiatica a nord, la placca indiana a sud e, in mezzo, una massa viscosa (il Tibet) che si espande verso sud mentre collassa lentamente sotto la forza di gravità.
In profondità, l’altopiano tibetano dev’essere come uno sciroppo caldo, con una crosta fredda ai livelli più alti che produce faglie e terremoti mentre viene spinta dalla lenta avanzata verso nord della placca tettonica indiana. L’esatta natura e profondità di questo sciroppo caldo è oggetto di dibattito, con i geologi che lo paragonano, a seconda dei casi, a una creme brûlée o a un sandwich con burro di arachidi e confettura di frutta.
Nel complesso, la collisione tra l’India e l’Eurasia è segnata da una faglia di megasovrascorrimento (megathrustfault), in cui la placca indiana sta gradualmente scivolando sotto la placca eurasiatica. L’intero megasovrascorrimento non si muove nello stesso momento. In generale, avanza un po’ alla volta in una serie di “terremoti di sovrascorrimento” (thrustearthquake).
Dove la massa in espansione del Tibet entra in contatto con l’India, si osserva una stretta fascia di questi terremoti di spinta. È ciò che accade in questa stretta fascia a determinare l’elevazione della montagna più alta del mondo.
Come si innalzano (e si abbassano) le montagne
Perché l’altopiano tibetano, a nord dell’Everest, è così piatto, mentre le montagne abbondano accanto a questa stretta fascia di terremoti, dove la massa che collassa si accoppia con il subcontinente indiano che avanza? La risposta sta nel modo in cui la massa di una montagna viene sostenuta.
Immaginate una montagna come un cumulo di macerie su un sottile tavolo di plastica. Il piano del tavolo non ha una forza intrinseca, quindi si abbassa verso il basso e il cumulo di macerie affonda. Proprio come un iceberg, solo una parte della massa si alza.
Ora immaginate una placca più spessa e resistente sul bordo del tavolo. In questo caso, il cumulo di macerie è sostenuto dalla resistenza alla flessione della placca, quindi può ergersi molto più in alto rispetto alla superficie. Quindi le montagne possono essere molto più alte. Questo è ciò che accade quando una placca tettonica scivola su un’altra, poiché la placca in discesa crea una regione più forte.
Naturalmente c’è un equilibrio. Quando il movimento delle placche tettoniche provoca terremoti, le cime delle montagne possono frantumarsi e gigantesche frane spostano la roccia caduta nei sistemi fluviali adiacenti. La caduta di queste macerie può ridurre l’altezza assoluta delle montagne e anche la loro altezza relativa rispetto alle valli vicine, sebbene se ciò dipenda dall’efficienza con cui i fiumi spostano i detriti a valle. A sua volta, quando questa massa rocciosa viene spostata a valle, le aree a monte saranno un po’ più leggere. Nel nostro modello di tavolo di plastica, potremmo aspettarci che la superficie del tavolo si inarchi meno e che il picco delle macerie si innalzi un po’ di più.
Erosione e crescita dell’Himalaya
Questo è quanto sostiene la nuova ricerca, ma fondamentalmente sono i terremoti a spingere le montagne più in alto. Quando il megascorrimento si frattura, dove le placche tettoniche si incontrano, le montagne si alzano, anche se la loro altezza dipende dalla forza della roccia sottostante.
Cosa c’è di speciale nell’Everest?
La domanda cruciale (come riconoscono gli autori) è: in che cosa si distingue l’Everest? Il confine tra il Tibet che sta collassando e l’India che sta avanzando è definito da una gigantesca faglia di megasovrascorrimento. Alcune parti di questa faglia non si sono fratturate per molto tempo, forse per diversi secoli o più. È probabile che in queste aree si siano accumulate molte tensioni e che, quando infine si frattureranno, il risultato sarà catastrofico.
Tuttavia, la parte del megascorrimento sotto l’Everest sembra rompersi regolarmente, forse una o due volte per secolo. L’ultimo grande terremoto ha coinvolto in parte una fratturazione già esistente.
A ogni fratturazione, è probabile che l’Everest cresca un po’ di più. Non c’è quindi da stupirsi che l’Everest sia in grado di mantenere la sua superiorità rispetto alle cime situate in zone più tranquille del megascorrimento. Come suggerisce la nuova ricerca, i fiumi anomali potrebbero giocare un ruolo nelle dimensioni dell’Everest, ma la maggior parte della maggiore altezza della montagna sembra ancora dovuta allo schema di terremoti lungo la faglia himalayana.
La difficoltà per gli scienziati coinvolti è come separare i singoli contributi all’altezza da diversi fattori. Uno è il sollevamento dovuto all’erosione, come suggerisce la nuova ricerca, ma ci sono anche processi tettonici come il movimento sulla Main Central Thrust o il lento scorrimento sulla South Tibetan Detachment Fault, sotto la quale la montagna più alta della Terra è stata esumata.