NEGLI ULTIMI GIORNI TANTA PIOGGIA MA CON UNA STRUTTURA DELL’ATMOSFERA ANCORA IN VESTE TARDO ESTIVA

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NEGLI ULTIMI GIORNI TANTA PIOGGIA MA CON UNA STRUTTURA DELL’ATMOSFERA ANCORA IN VESTE TARDO ESTIVA

NEGLI ULTIMI GIORNI TANTA PIOGGIA MA CON UNA STRUTTURA DELL’ATMOSFERA ANCORA IN VESTE TARDO ESTIVA

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Sono state davvero ingenti le precipitazioni che sono cadute negli ultimi dieci giorni soprattutto le regioni del Nord e quelle centro-settentrionali del versante tirrenico e saranno ancora abbondanti quelle che cadute fino a domenica al Nord-Ovest e sulla Sardegna. Sono stati questi e saranno ancora questi gli effetti di un flusso instabile che si è sviluppato e continuerà a svilupparsi sul Mediterraneo centro-occidentale, in seno a una circolazione ciclonica secondaria che scaturisce per la seconda volta in pochi giorni dall’impossibilità dei sistemi frontali atlantici di entrare alle nostre latitudini e di proseguire il loro movimento da ovest verso est, seguendo così gli schemi di una dinamica non condizionata da configurazioni di blocco come questa che ormai insiste sulla penisola balcanica e sull’est europeo ormai da molti giorni.

Il segnale atmosferico medio del periodo compreso tra il 16 e il 23 ottobre, ancora attuale (immagine a sinistra), mostra in modo chiaro il braccio di ferro tra la figura depressionaria a ovest e quella anticiclonica a est che insieme vanno comunque a dare forma a una struttura atmosferica ancora caratterizzata da altezze di potenziale elevate, prossime ai 5750-5800 metri sulla quota isobarica di 500 hPa proprio sul Mediterraneo centro-occidentale: si tratta di valori ancora tardo estivi e quindi anomali per il periodo non solo alle nostre latitudini, ma soprattutto sul settore europeo centro-orientale dove l’anomalia relativa proprio all’altezza di geopotenziale raggiunge il valore di ben 200 metri (immagine a destra): in pratica, vuol dire che su queste aree c’è ancora molta aria calda che dilata a tal punto l’atmosfera da far registrare la pressione atmosferica di 500 hPa a una quota di circa 200 metri più alta rispetto a quella alla quale dovremmo registrarla a fine ottobre.

Possiamo quindi affermare che le condizioni atmosferiche che abbiamo osservato e che stiamo ancora osservando in questi giorni si sono sviluppate e continuano a svilupparsi al di sopra su una sorta di un substrato atmosferico che continua a conservare caratteristiche estive. In questo modo i peggioramenti del tempo sono ancora piuttosto ibridi, cioè si collocano a metà strada tra un cambiamento di stampo estivo dettato soprattutto dall’instabilità e un cambiamento di stampo autunnale, legato all’ingresso e l’evoluzione di un sistema frontale. Un dato su tutti ci permette di renderci conto di questa situazione: a fine ottobre nevica sulle Alpi ancora oltre i 2500-3000 metri, cioè a una quota in cui si avrebbero normalmente delle nevicate dopo il passaggio della coda di un fronte freddo alla fine di agosto.

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