INTENSA ONDATA DI MALTEMPO IN ARRIVO SULL’EUROPA CENTRO-OCCIDENTALE PER L’AZIONE DI UNA PROFONDA SACCATURA CHE ASSORBIRÀ UN EX URAGANO: LE CONSEGUENZE SUL TEMPO DELL’ITALIA
INTENSA ONDATA DI MALTEMPO IN ARRIVO SULL’EUROPA CENTRO-OCCIDENTALE PER L’AZIONE DI UNA PROFONDA SACCATURA CHE ASSORBIRÀ UN EX URAGANO: LE CONSEGUENZE SUL TEMPO DELL’ITALIA
Di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
La seconda settimana di ottobre trascorrerà all’insegna di una intensa ondata di maltempo che colpirà in modo particolare il settore centro-occidentale europeo almeno fino a giovedì 10 ottobre. La dinamica atmosferica sarà infatti condizionata in una prima fase dall’evoluzione di una vasta circolazione ciclonica che l’immagine satellitare riferita alla mattinata odierna – domenica 6 ottobre – mostra avvitarsi attorno al minimo di 971 hPa a ovest dell’Irlanda e, in una seconda fase, dall’avvicinamento al nostro continente dell’uragano Kirk che da lunedì 7 entrerà sotto il raggio d’azione della vasta circolazione ciclonica nord atlantica (fig. 1).
Considerando la complessa evoluzione dei due sistemi, andiamo con ordine e focalizziamo l’attenzione sugli aspetti salienti a scala sinottica per sottolineare anche i risvolti attesi sul tempo della nostra penisola.
ANALISI DELLA LA PRIMA FASE E LA SUA EVOLUZIONE
Nel corso delle prossime ore la vasta figura depressionaria si avvicinerà all’Europa occidentale avvolgendola nella sua fitta ragnatela di isobare. Questa evoluzione comporterà un graduale calo della pressione atmosferica anche sul Mediterraneo occidentale, a cui si assocerà la formazione di una depressione tra le Isole Baleari e il Golfo del Leone che inizierà a spianare la strada all’ingresso del fronte freddo, previsto per il primo pomeriggio di domani, lunedì 7, entrare sulla penisola iberica (fig. 2, a sinistra).
L’ampia circolazione ciclonica e un’evoluzione piuttosto lenta di tutto il sistema verso levante andranno ad accentuare il richiamo sciroccale che si imposterà davanti al fronte freddo della perturbazione e che, in questo modo, indirizzerà aria umida e instabile in modo particolare verso le regioni settentrionali e il versante tirrenico. Si tratta di una dinamica dalle caratteristiche prettamente autunnali in cui emergerà chiaramente uno dei suoi fattori caratterizzanti ben evidenziato da quell’ansa anticiclonica in formazione sulla Pianura Padana: sarà questa una conseguenza dell’aria fredda che ormai inizia a depositarsi nei bassi strati – anche a seguito della recente irruzione – e che sul catino padano occidentale determinerà, per il suo peso, una pressione atmosferica più elevata rispetto alle aree circostanti (fig. 2, a destra).
Passando dal passo del Turchino e del Colle di Cadibona, parte di questa aria fredda traboccherà come tramontana scura e andrà a convergere con il richiamo sciroccale in risalita dal Mar Tirreno.Dovremo aspettare il primo pomeriggio di martedì 8 ottobre per osservare il passaggio del fronte freddo (fig. 3, a sinistra) che sbloccherà la convergenza tra i due regimi eolici prevista dai modelli numerici di previsione posizionarsi tra il genovesato e il savonese e qui insistere, nella sua fase più attiva, tra il pomeriggio di domani e la mattina di martedì.
Tra le due province liguri si potrebbero quindi realizzare circa 18-20 di ore di persistenza di una potenziale situazione favorevole alla genesi e al mantenimento di temporali autorigeneranti con la possibilità non esclusa di ingenti precipitazioni su aree limitate di territorio. Aspettiamo gli aggiornamenti di domani per avere un quadro più chiaro su quella che potrebbe essere l’evoluzione più probabile e sulle cumulate di pioggia previste non solo in Liguria, ma anche sul resto dell’Italia: entro la sera di martedì, infatti, i fenomeni avranno interessato il Centro-Nord, la Campania e la Sardegna, apportando probabilmente le cumulate più abbondanti soprattutto sui settori alpini e prealpini centro-orientali, sul Levante Ligure, sulla Toscana settentrionale e in generale lungo il versante tirrenico. Precipitazioni scarse sul versante adriatico centrale perché sottovento alla circolazione dominante e quasi del tutto assenti, purtroppo, su Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia dove qualche piovasco potrebbe arrivare in forma isolata.
ANALISI DELLA SECONDA FASE: LA TRANSIZIONE DELL’URAGANO KIRK E IL SUO INGRESSO SUL CONTINENTE COME CICLONE POST-TROPICALE
Mentre la dinamica del tempo in Europa vedrà il passaggio di questa prima intensa perturbazione con i risvolti che abbiamo descritto per la nostra penisola, dalla posizione attuale l’uragano Kirk si sarà spostato verso nord-est per andare incontro a una trasformazione della propria struttura. Sorvolando infatti su una superficie oceanica più fredda rispetto alle latitudini tropicali in cui si è formato, perderà lentamente l’alimentazione proveniente dal calore delle acque e si trasformerà in un ciclone extratropicale, del tutto simile a quelli che si formano proprio alle nostre latitudini: a tal proposito, si noti come nelle due carte del tempo di lunedì (fig. 2, a sinistra) e di martedì (fig. 3) cambi la dicitura del sistema da «Kirk» a ex «Kirk» proprio per evidenziare la perdita delle sue caratteristiche tropicali. La transizione del ciclone sarà tale da far attraversare all’intenso vortice una fase ibrida, cioè un breve periodo in cui si avrà la convivenza tra le caratteristiche tropicali in via di indebolimento e quelle extra-tropicali in via di intensificazione (fig. 4).
Possiamo apprezzare questa parentesi, davvero spettacolare dal punto di vista didattico, osservando per esempio la struttura di Kirk nelle prime ore di martedì 8 quando ai residui del “cuore caldo” in prossimità del suo centro – a dimostrazione del calore proveniente ancora dalla liberazione del calore latente nella formazione corona centrale di cumulonembi seppur in attenuazione – si affiancherà la costruzione di un fronte caldo e di uno freddo rispettivamente a destra e a ovest del vortice che gli faranno perdere definitivamente le caratteristiche tropicali rompendo la simmetria del sistema ciclonico. Nelle ore centrali di mercoledì 9 l’intensa depressione dovrebbe raggiungere il Golfo di Biscaglia con un valore minimo di pressione di circa 975 hPa e determinare tra Spagna settentrionale e Francia occidentale venti tempestosi che accompagneranno intensi rovesci di pioggia (fig. 5).
Sull’Italia, la circolazione ciclonica impostata dal vortice ed inserita nella più vasta figura depressionaria, esporrà ancora una volta le regioni centro-settentrionali a un nuovo richiamo umido dai quadranti meridionali e a nuove precipitazioni.