IL MEDITERRANEO È SEMPRE PIÙ CALDO: UN FATTORE CHE FAVORISCE LE PIOGGE INTENSE ED ESTREME
IL MEDITERRANEO È SEMPRE PIÙ CALDO: UN FATTORE CHE FAVORISCE LE PIOGGE INTENSE ED ESTREME
Di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Dall’avvio dell’autunno meteorologico, iniziato il 1° settembre, stiamo vivendo una fase piuttosto movimentata che si è rivelata particolarmente piovosa per buona parte delle nostre regioni. Il Nord Italia e il versante tirrenico sono state le aree maggiormente esposte ai flussi perturbati atlantici e il settore ionico, negli ultimi giorni, ha vissuto a più riprese eventi anche molto intensi ma più circoscritti nello spazio. Non sono stati pochi i fenomeni estremi che abbiamo registrato anche oltre i nostri confini e che, come abbiamo già più volte detto, sono stati espressione di un surplus di energia potenziale che l’atmosfera ha convertito in lavoro come se fosse una macchina termica che preleva calore da una sorgente calda: quel lavoro effettuato sono proprio i fenomeni meteorologici che essa produce e che sono più intensi se il calore prelevato dalla sorgente calda aumenta perché cresce la sua temperatura: è la fisica a ricordarcelo e, in particolare, è il secondo principio della termodinamica ad entrare in scena. Se allora il transito dei sistemi perturbati alle nostre latitudini avviene al di sopra di una superficie marina che non riesce a dissipare calore perché con il passare degli anni diventa maggiore quello incamerato rispetto a quello rilasciato, non dovrebbe essere difficile comprendere che la sorgente calda da cui l’atmosfera preleva una parte dell’energia per produrre fenomeni nelle fasi di tempo instabile rappresenta un fattore che contribuisce positivamente alla crescita e allo sviluppo di precipitazioni più abbondanti perché, insieme alla temperatura superficiale del mare, cresce di pari passo anche la quantità di vapore acqueo che esso rilascia e che viene poi immesso in circolo nel marchingegno atmosferico per produrre quel lavoro.
Per il Mediterraneo l’anno in corso si sta rivelando il più caldo da quando sono iniziate le misurazioni nel 1982: per la prima volta abbiamo superato il valore medio di 21 °C (fig. 1). Se poi andiamo a calcolare di quanto è aumentata la temperatura media superficiale delle acque rispetto alla climatologia appartenente al trentennio 1982-2011, è evidente l’accelerazione del processo di riscaldamento a partire dal 2015, con il 2023 che è stato più caldo di circa 1.5 °C (fig. 2).
Essendo il nostro un bacino chiuso, la maggior parte di questo cambiamento è certamente imputabile alle modifiche che ha subìto anche la circolazione atmosferica dal momento che, come abbiamo potuto renderci conto negli ultimi anni, è stata spesso caratterizzata dall’espansione del promontorio nord africano e dall’assenza di apprezzabili raffreddamenti soprattutto nella stagione invernale. La mancanza di irruzioni fredde prolungate e la tendenza ad avere meno depressioni strutturate che generano un’intensa ventilazione capace di creare un moto ondoso significativo in grado di rimescolare gli strati di acqua superficiali con quelli profondi, finisce alla lunga per amplificare il riscaldamento, essendo l’acqua restìa a cambiare il proprio stato per inerzia termica: il trend parla chiaro nel momento in cui i dati attestano che, in media, ogni dieci anni la temperatura delle acque del Mediterraneo è aumentata di 0.4 °C a partire dal 1982. Osservare quindi un congruo numero di fenomeni piovosi intensi o estremi rientra tra le conseguenze di questa situazione che si è andata velocemente plasmando nell’ultimo trentennio e che ha subìto un’accelerazione soprattutto negli ultimi dieci anni.