FINE SETTIMANA CON UN’EVOLUZIONE COMPLICATA E POTENZIALMENTE CRITICA SUL FRONTE DEL MALTEMPO PER L’AREA IONICA E IL NORD-EST

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FINE SETTIMANA CON UN’EVOLUZIONE COMPLICATA E POTENZIALMENTE CRITICA SUL FRONTE DEL MALTEMPO PER L’AREA IONICA E IL NORD-EST

FINE SETTIMANA CON UN’EVOLUZIONE COMPLICATA E POTENZIALMENTE CRITICA SUL FRONTE DEL MALTEMPO PER L’AREA IONICA E IL NORD-EST

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Armosfera

Il braccio di ferro tra la saccatura atlantica situata tra la penisola iberica e la Francia e il campo anticiclonico posizionato tra l’Europa centro orientale e la penisola balcanica non potrà durare ancora a lungo. Entro le prossime 48 ore si consumeranno gli ultimi atti che faranno cambiare gli equilibri barici in area mediterranea passando però da una fase atmosferica che, questa volta, potrebbe risultare critica per l’area ionica e per le regioni di Nord-Est. La coda della saccatura, infatti, è destinata a staccarsi dalla vasta circolazione ciclonica atlantica che l’ha generata e a evolvere in goccia fredda proprio nel corso del fine settimana, quando in prossimità del Mar Tirreno centro-meridionale si organizzerà una figura di bassa pressione secondaria che prenderà in mano le redini del tempo della nostra penisola rimodulando la disposizione dei flussi e la distribuzione delle precipitazioni. Come sempre accade quando il Mediterraneo diventa il palcoscenico di una figura depressionaria autonoma, la previsione tende a complicarsi essenzialmente per tre motivi: perché la circolazione può interagire con un’orografia complessa che ne esalta le potenzialità, perché il centro depressionario è soggetto a un grado di predicibilità minore e quindi il suo movimento necessita di essere seguito passo dopo passo e, infine, perché in questi casi si può verificare una lenta evoluzione del sistema che potrebbe penalizzare alcune aree. Per questo motivo, prima di entrare nel dettaglio delle previsioni che pubblicheremo da domani, desidero innanzitutto mostrarvi questa complicata evoluzione che abbiamo appena presentato invitandovi a osservare la disposizione dei flussi previsti proprio per sabato 19 e domenica 20 ottobre sulla nostra penisola.

Ci troviamo a circa 1500 metri, cioè a una quota che prendiamo come riferimento quando parliamo delle avvezioni delle masse d’aria: si può allora osservare come una lenta evoluzione della figura di bassa pressione, allungata verso sud-est fin verso le coste libiche, vada a sollecitare un richiamo strutturato di correnti di ostro e di scirocco a tutte le quote verso le aree ioniche e il versante adriatico, fino a raggiungere il Triveneto, dove le stesse potrebbero entrare in convergenza con un flusso secondario da nord-est, in uscita dall’anticiclone di blocco presente a levante. Ci sono quindi i prerequisiti affinché il sollevamento orografico e la formazione di probabili linee di convergenza possano efficacemente contribuire alla genesi di fenomeni particolarmente intensi che, proprio per le potenziali criticità che potrebbero generare, possono essere presentati parlando solo in termini di «maltempo». È noto che la pioggia al Sud è attesa come una benedizione e, in tutta sincerità, avrei voluto analizzare questa situazione parlando di «miglioramento del tempo» o di «bel tempo in arrivo» per le regioni meridionali. Il potenziale pluviometrico è però notevole e quindi è doveroso restare vigili e attenti. Nelle prossime analisi, entreremo nei dettagli di questa complessa evoluzione.

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