BLOCCHI ATMOSFERICI E ALLUVIONI: UN CONNUBIO CHE NELL’ULTIMO MESE E MEZZO HA LEGATO L’EUROPA ORIENTALE ALL’EMILIA ROMAGNA E ORA ALLA FRANCIA

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BLOCCHI ATMOSFERICI E ALLUVIONI: UN CONNUBIO CHE NELL’ULTIMO MESE E MEZZO HA LEGATO L’EUROPA ORIENTALE ALL’EMILIA ROMAGNA E ORA ALLA FRANCIA

BLOCCHI ATMOSFERICI E ALLUVIONI: UN CONNUBIO CHE NELL’ULTIMO MESE E MEZZO HA LEGATO L’EUROPA ORIENTALE ALL’EMILIA ROMAGNA E ORA ALLA FRANCIA

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Le configurazioni di blocco sono spesso espressione di un tempo estremo sotto diversi punti di vista perché mantengono le condizioni atmosferiche inalterate anche per diversi giorni: fanno parte della dinamica atmosferica, ma negli ultimi anni sono diventate più frequenti. Se trovarsi sotto un campo anticiclonico ingessato significa osservare un cielo in prevalenza sereno accompagnato da temperature ben al di sopra delle medie del periodo – le ondate di calore più intense si verificano proprio con queste condizioni – nel momento in cui si esce dal raggio di azione della figura di alta pressione e si entra sotto l’influenza della circolazione ciclonica che la segue si può passare a sperimentare altri tipi di eventi che possono anche rientrare nel novero dei fenomeni estremi e che, proprio come le ondate di calore, possono assumere carattere di eccezionalità.

Nell’ultimo mese e mezzo, in Europa, sono state ben tre le configurazioni atmosferiche che hanno agevolato la realizzazione di queste situazioni meteorologiche particolari, in cui la presenza di un anticiclone di blocco ha penalizzato le aree che si sono trovate esposte all’insistenza di una circolazione ciclonica impossibilitata a evolvere e quindi costretta a esaurire sul posto la maggior parte della propria energia sotto forma di insistenti e violente precipitazioni, spesso esaltate da forzanti orografiche e dinamiche alla mesoscala. Abbiamo visto nella prima decade di settembre il caso dell’area europea compresa tra Austria, Repubblica Ceca, Polonia e Romania e poi nella seconda decade del mese scorso anche l’episodio alluvionale in Emilia Romagna, il terzo a distanza di appena sedici mesi. Oggi, sul finire della seconda decade di ottobre, aggiungiamo alla lista un nuovo pesante evento alluvionale che ha colpito negli ultimi tre giorni la vicina Francia: ancora una volta è stata una configurazione di blocco, peraltro ancora in atto, a gettare le basi affinché l’atmosfera si potesse trovare nelle condizioni di portare all’esasperazione la fenomenologia (fig. 1).

La regione francese, rispetto al Nord-Ovest italiano, si è trovata più direttamente esposta al braccio di ferro tra le due figure contendenti di alta e di bassa pressione e di conseguenza è stato su questo territorio che, tra martedì e oggi, si sono sviluppati i contrasti più accesi impostati da un’atmosfera marcatamente instabile in seno a un cospicuo richiamo sciroccale che ha portato ingenti quantitativi di vapore acqueo: se ricorderete, ne avevamo parlato in un articolo qualche giorno fa, quando avevamo ipotizzato il verificarsi di una situazione delicata tra il Golfo del Leone e le nostre regioni nord-occidentali nella seconda parte di questa settimana. In particolare, la persistenza della configurazione sinottica in una posizione semistazionaria ha concentrato la produzione di fenomeni molto intensi sulla regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi, dove a più riprese si è innescata la formazione di temporali forti, organizzati e persistenti, noti anche come «temporali auto-rigeneranti»: uno di questi ha interessato la medesima area nel corso della mattina di ieri, giovedì 17 ottobre, allungandosi verso il nord del paese (fig. 2).

Sono a dir poco impressionanti gli accumuli pluviometrici che provengono dalla Valle del Rodano che è stata letteralmente martoriata da nubifragi persistenti, verificatisi soprattutto nelle giornate di mercoledì e giovedì. Dalla sera di martedì 15 ottobre a questa mattina – cioè in circa 60 ore – nei dipartimenti Ardèche e Lozère sono caduti addirittura 864 millimetri di pioggia a La Croix del Bauzon, 694 millimetri a Mayres, 579 millimetri a Barnas e 562 millimetri a Villefort (fig. 3, fonte: la Chaîne Météo). Sono state quindi inevitabili le conseguenze sul territorio, impossibilitato a smaltire un simile carico di pioggia di questa portata davvero eccezionale. Per fortuna, meno pesante ma comunque degno di nota è stato l’apporto pluviometrico a cui la stessa configurazione, nelle ultime 48 ore, ha esposto in particolare il Piemonte, la Liguria e la Toscana, sebbene le conseguenze su un terreno ormai saturo non si siano fatte attendere dal momento che ormai, su queste come su altre della nostra penisola, piove sul bagnato da mesi.

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