ARIA FREDDA CERCASI: CI SONO POSSIBILITÀ A LUNGO TERMINE?

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ARIA FREDDA CERCASI: CI SONO POSSIBILITÀ A LUNGO TERMINE?

ARIA FREDDA CERCASI: CI SONO POSSIBILITÀ A LUNGO TERMINE?

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Ci sarebbe un modo per cambiare il registro atmosferico facendo uscire il Mediterraneo dalle condizioni meteorologiche che ci accompagnano ormai da diverse settimane e che si sono contraddistinte per avere apportato piogge abbondanti in alcune aree come il Nord e il versante tirrenico, eventi estremi in altre come in Sicilia e in Calabria e precipitazioni con il contagocce in altre ancora come il medio e basso versante adriatico, dove continua a non piovere in modo serio e la siccità prosegue silenziosa a impoverire le risorse idriche. Ci vorrebbe una fase meteorologica caratterizzata dall’ingresso di correnti settentrionali che avrebbero, proprio in questa circostanza, un duplice effetto positivo.

Innanzitutto, diminuirebbero le temperature e di conseguenza diminuirebbe l’energia potenziale presente in atmosfera: ciò significherebbe avere una minore probabilità di formazione di fenomeni di forte intensità, capaci di produrre precipitazioni estreme. In secondo luogo, grazie alla morfologia del nostro territorio, l’ingresso di correnti settentrionali metterebbe al riparo da ulteriori precipitazioni proprio quelle aree che di recente hanno visto i fenomeni più intensi e abbondanti: questa dinamica andrebbe infatti a stimolare, come di solito avviene in queste evoluzioni, la nascita di una figura di bassa pressione sulle regioni meridionali e l’innesco di una circolazione con venti da nord-est che concentrerebbe le precipitazioni sulle regioni adriatiche centro-meridionali e al Sud, cioè laddove la pioggia è ancora attesa a braccia aperte. Sarà possibile, a lungo termine, un’evoluzione di questo tipo?

Al momento possiamo dire che la dinamica atmosferica sta provando a gettare le basi per costruire un disegno sinottico di questo tipo, improntato a un cambio di circolazione che andrebbe a sostituire il regime eolico proveniente dai quadranti meridionali con quello proveniente da nord. Questo segnale atmosferico potrebbe delinearsi intorno al 3-4 novembre (vedi figura), ma ancora non si presta a essere analizzato perché c’è ancora molta incertezza sullo schema e bisogna quindi aspettare alcuni giorni prima di sciogliere la prognosi. In figura, a tal proposito, ho inserito un semaforo rosso che ci costringe a fermarci perché la lettura in chiave probabilistica dello scenario previsto ci invita alla prudenza: non sono infatti ancora ben chiare le entità delle forze in gioco – come spinte e resistenze da parte delle figure bariche – che caratterizzeranno l’ondulazione, responsabile con il relativo promontorio (A) e la relativa saccatura (B) di questo possibile cambio di scenario. Al momento, possiamo solo dire che un calo delle temperature all’inizio del nuovo mese è da mettere in conto, ma senza andare oltre perché la dinamica che ne potrebbe essere responsabile è ancora tutta in fase di elaborazione da parte della modellistica numerica. Ne sapremo di più nei prossimi giorni perché questa diventerà la prossima storia che racconteremo, come sempre andando avanti passo dopo passo.

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