PRIME PROVE DI UNA DINAMICA ATMOSFERICA DI STAMPO AUTUNNALE

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PRIME PROVE DI UNA DINAMICA ATMOSFERICA DI STAMPO AUTUNNALE

PRIME PROVE DI UNA DINAMICA ATMOSFERICA DI STAMPO AUTUNNALE

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

La profonda saccatura nord atlantica, che ha interessato nei giorni scorsi il settore centro-occidentale europeo e che ha dato la spinta all’aria fredda per giungere in queste ore fin sul Mediterraneo prima di ritirarsi alle alte latitudini, ci ha mostrato quale dovrebbe essere la caratteristica saliente di un cambiamento del tempo di stampo autunnale: l’abbassamento di latitudine del flusso perturbato atlantico e il suo transito anche per i paralleli passanti per l’Europa centro-meridionale.

Con questa evoluzione osservata, sembra quindi che la dinamica atmosferica abbia compiuto un primo passo avanti rispetto a quei peggioramenti dello stato del tempo legati alla dinamica di gocce fredde che, invece, sono la testimonianza di un canale perturbato in scorrimento a latitudini ancora troppo elevate rispetto alle nostre.D’altro canto, l’autunno astronomico è iniziato da poco e di conseguenza anche il movimento delle correnti atmosferiche inizia ad adeguarsi, a meno di anomalie persistenti della circolazione che lo possono bloccare per diversi giorni o settimane e di cui ad oggi non possiamo prevederne l’eventuale comparsa.

A voler essere un po’ pignoli, per il momento l’unico aspetto mancante è un affondo più deciso, in area mediterranea, delle saccature che accompagnano i sistemi frontali tanto che tra le soluzioni calcolate dalla modellistica numerica – relative alle future dinamiche del tempo sull’Italia – sussiste una certa probabilità che possa ancora avvenire il distacco della coda delle saccature e la loro conseguente evoluzione proprio a goccia fredda: nessun problema perché, se la stagione dovesse proseguire senza intoppi, avremmo ancora tutto il tempo per osservare cavi d’onda più ampi che entrano da ovest senza modificare più di tanto la loro forma. Questa prima tappa stagionale saprà comunque farsi notare anche nel corso della settimana che sta per iniziare e che ci traghetterà nel secondo mese dell’autunno meteorologico.

Le correnti perturbate atlantiche, mediante le fisiologiche oscillazioni impostate dalla corrente a getto polare che le guida da ovest verso est, entreranno per due volte sul nostro continente accompagnando due distinte perturbazioni. Il primo sistema nuvoloso è atteso da mercoledì 2 ottobre con l’ingresso di una circolazione ciclonica in lenta evoluzione verso levante proprio in virtù del fatto che essa potrebbe perdere in parte i contatti con il flusso perturbato principale. Il secondo sistema, invece, dovrebbe approcciarsi all’Europa occidentale sul finire della settimana ed essere sostenuto da un’ondulazione più profonda e strutturata: ulteriori analisi sul se, sul come e sul quando questa evoluzione potrebbe interessare la nostra penisola saranno studiate più avanti, alla luce dei nuovi aggiornamenti, perché per il momento il segnale non è sufficientemente robusto da supportare una previsione affidabile

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