Dal 1850 ad oggi, il ghiacciaio Fellaria ha perso il 46% della sua superficie

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Dal 1850 ad oggi, il ghiacciaio Fellaria ha perso il 46% della sua superficie

Tra il 2022 e il 2023 perdita annuale di spessore tra i 5 e gli 8 metri. Il grande lago proglaciale, iniziato a formarsi dopo il 2003, ha raggiunto i 222.000 m2. Carovana dei ghiacciai: Preoccupa l’overtourism, sempre più diffuso in molti ambienti d’alta quota e glaciali
Di Redazione Greenreport

In occasione della sua quarta tappa in Lombardia, la Carovana dei ghiacciai 2024, la campagna i Legambiente in collaborazione con CIPRA Italia e con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), ha presentando i dati forniti da Riccardo Scotti e Giovanni Prandi, rispettivamente responsabile scientifico e presidente del Servizio Glaciologico Lombardo (SGL), e ne è emersi che «Gli effetti della crescente crisi climatica non risparmiano nemmeno il Ghiacciaio Fellaria, in Valmalenco nel gruppo del Bernina. Il ghiacciaio, il terzo per estensione della Lombardia dopo quello dell’Adamello e dei Forni ha perso il 46% della sua superficie dal 1850 (culmine della Piccola Età Glaciale) ad oggi, passando da circa 28 km² a 13 km² includendo anche il versante svizzero (Vedretta Palù). Tra il 2022 e il 2023 la sua porzione più bassa di quota ha registrato una perdita annuale tra i 5 e gli 8 metri di spessore. Invece il suo grande lago proglaciale, iniziato a formarsi dopo il 2023 e peculiarità di questo ghiacciaio, in questi anni per effetto delle elevate temperature si è ampliato fino a raggiungere nel 2024 un’estensione di 222.000 metri quadri, pari a 30 campi da calcio». 

Ambientalisti e scienziati evidenziano però che il  ghiacciaio Fellaria, «Seppure non esente da segnali di sofferenza, riesce ancora a mostrare un’apprezzabile dinamicità grazie al suo bacino di accumulo molto esteso e posto ad una quota superiore 3000 metri». A documentarlo anche i time lapse realizzati dal SGL grazie all’utilizzo di immagini fornite da una rete di webcam.  

In occasione di questa tappa, Legambiente e il CGI hanno acceso i riflettori anche sul tema dell’overtourism, che contraddistingue sempre di più ambienti di alta quota e glaciali, come ad esempio il Ghiacciaio Fellaria: «La presenza di sempre più turisti per periodi sempre più brevi in luoghi molto popolari della Alpi sta diventando un problema per la natura e i residenti. Urgente l’apertura di tavoli di confronto tra istituzioni, portatori di interesse locali e associazioni per affrontare il problema definendo percorsi al fine di rendere meno impattante la fruizione dei luoghi d’alta quota». 

 

Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA Italia,  spiega che «Se sulla Mer de Glace (osservato nella prima tappa), ingrigita e abbruttita dai cambiamenti climatici, i turisti si stanno riducendo, per il ghiacciaio di Fellaria al contrario si parla addirittura di overturism. Attorno a questo ghiacciaio, estremamente dinamico e di conseguenza piuttosto pericoloso, in questi ultimi anni si stanno concentrando tante e forse troppe persone. Si tratta di un’area estremamente fragile, ancorché pericolosa, dove addirittura le tracce le geomorfologiche arrivano a confondersi con le tracce antropiche. Sempre più spesso in montagna si pone il problema di un rapporto corretto con la natura che da un lato necessita di nuove forme di governance e dall’altro ci interroga su aspetti socio-antropologici meritevoli di attenzione».  

Valter Maggi, presidente del Comitato Glaciologico Italiano, aggiunge: «Nonostante le nevicate molto abbondanti della primavera (la media riferita all’intera Lombardia risulta positiva del 74% rispetto agli ultimi vent’anni) il bilancio di massa del Ghiacciaio Fellaria sarà difficilmente positivo. . Questa tendenza risulta essere in linea con quelli di molti altri ghiacciai dell’arco alpino». 

Durante la tappa è avvenuta l’installazione della cartellonistica aggiornata del sentiero glaciologico “Luigi Marsons” ad opera del SGL, nato per avvicinare il grande pubblico agli ambienti glaciali del gruppo del Bernina. Ha trovato spazio anche il consueto saluto al Ghiacciaio con la performance musicale del flautista Jacopo Cavalotti. 

Agostino Da Polenza e Tamara Lunger, alpinisti di fama internazionale e tra i testimonial della Carovana dei Ghiacciai 2024, la hanno definita «Una bellissima iniziativa che promuove la conoscenza della criosfera, la parte più alta delle nostre montagne, quella che ha fatto diventare l’acqua ghiacciaio, e che la sta ritrasformando in acqua. Componenti della natura che stanno soffrendo e sono in grande difficoltà lasciandoci a secco. Carovana dei ghiacciai ci serve anche per salvaguardarli e proteggerli. Tutti dovremmo riflettere sul ruolo dei ghiacciai, ecosistemi necessari per mantenere un equilibrio sul nostro pianeta. Serve uno sforzo collettivo per riuscire a mantenerli, l’unione fa la forza».

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