I terremoti in Sardegna, un fenomeno non frequente, ma storicamente presente

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I terremoti in Sardegna, un fenomeno non frequente, ma storicamente presente

È opinione comune che la Sardegna sia l’unica regione non sismica in Italia… è davvero così? Lo abbiamo chiesto a Carlo Meletti, Direttore della Sezione di Pisa dell’INGV che si è occupato della ricerca “La sismicità storica dell’isola senza terremoti”, pubblicata recentemente sui Quaderni di Geofisica. In questa intervista Meletti ripercorre gli eventi sismici che hanno caratterizzato l’isola negli ultimi secoli, guidandoci alla scoperta dei segni che hanno lasciato.
Scritto da Francesca Pezzella
tratto da INGV

Direttore, è opinione comune che la Sardegna sia l’unica regione non sismica in Italia… ma come stanno le cose?

È un’opinione molto diffusa, legata al fatto che effettivamente i terremoti in Sardegna sono un evento raro ma non completamente assente. Si sono verificati storicamente, anche in tempi recenti, degli eventi sismici di una magnitudo significativa avvertiti dalla popolazione. Questi hanno creato ogni volta allarme, proprio perché le persone non pensano alla Sardegna come possibile luogo di terremoti.

Quali sono i motivi della scarsità sismica di questi di quest’isola?

La Sardegna, come la Corsica, è un’isola che dal punto di vista dell’evoluzione geologica è considerata ferma da diversi milioni di anni. Queste aree non sono interessate da una tettonica attiva come nel caso dell’Appennino o di altre regioni italiane e i rari terremoti che avvengono in genere si verificano lungo le coste, dove sono presenti delle antiche faglie che, ogni tanto, possono dar luogo a eventi sismici.

Il carattere episodico dei terremoti locali ha fatto sì che attorno ad essi si creassero voci e bufale. Ce ne racconti qualcuna?

Spesso i rari terremoti che hanno interessato la Sardegna sono stati messi in relazione o confusi con altri fenomeni naturali, per cui è successo che una frana venisse scambiata per un terremoto o lo stesso venisse descritto come un episodio di tuoni e fulmini. Ciò accade proprio perché c’è una scarsa conoscenza del fenomeno. Poi ci sono le bufale, come quelle che circolavano sugli eventi sismici avvenuti in Gallura che in alcuni casi sono stati ricondotti, erroneamente, a fantomatiche esplosioni sottomarine provocate da sottomarini nucleari della NATO.terra racconta 1

Quali sono i terremoti più significativi avvenuti in Sardegna?

Individuiamo storicamente due eventi più forti, quello del 4 giugno 1616 che ha interessato tutta la Sardegna meridionale e che è ricordato, tra l’altro, da una incisione contenuta nella Sacrestia del Duomo di Cagliari dove si parla di questo terremoto. Tracce di danneggiamenti, inoltre, sono state trovate al sistema di Torri di avvistamento moresche, successivamente riparate. L’altro terremoto significativo è avvenuto anche in questo caso nella parte meridionale dell’isola il 17 agosto del 1771. In tempi più recenti ricordiamo il sisma che si è verificato nel nord della Sardegna, in Gallura, il 13 novembre 1948. Per questo evento abbiamo molte più informazioni e immagini riprese dai giornali del tempo e ne conosciamo anche la sequenza di repliche.

Qual è la caratteristica dei terremoti della Sardegna?

Ciò che caratterizza gli eventi sismici dell’isola è che vengono risentiti in tutta la regione. Questo accade per le caratteristiche del suolo, costituito da rocce metamorfiche particolarmente compatte, che permette la propagazione del terremoto a grande distanza. In famiglia ho una testimonianza dell’evento del 1948, quella di mia madre che al tempo viveva a Cagliari. Mi ha sempre raccontato che il terremoto avvenuto in Gallura, a qualche centinaio di chilometri di distanza, lei lo aveva sentito benissimo! 

Per tale capacità di propagazione, favorita dal suolo, può capitare che i cittadini pensino che il terremoto sia stato più forte di quello che effettivamente è stato. Proprio perché gli eventi sismici in queste zone non avvengono spesso, la gente non è preparata. Un minimo di informazione anche in una zona a bassa sismicità servirebbe proprio per evitare che le persone si spaventino eccessivamente.

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Quali sono le fonti dei terremoti del passato arrivate fino a noi?

Le fonti sono di vario tipo ma il loro ritrovamento risulta abbastanza complesso a causa del fatto che la Sardegna, nel tempo, è passata sotto il dominio di diverse nazioni. Fino al XIII secolo è stata contesa tra La Repubblica Marinara di Pisa e quella di Genova, poi è stata sotto il dominio della Spagna… Ecco perché ci si basa quasi esclusivamente su fonti contemporanee, per evitare che ci siano distorsioni della notizia originaria. Il lavoro di ricerca si è svolto negli archivi e, in qualche caso sono state trovate informazioni sulle cronache del tempo. Dal 1600 in poi, fortunatamente, iniziarono ad essere diffuse le gazzette che, pubblicate in tutta Italia riportavano anche le notizie della Sardegna. Lì è stato possibile trovare informazioni sui terremoti realmente avvenuti ed escludere eventi citati da qualche fonte che però non trovavano riscontro. In questi casi, infatti, spesso i fenomeni realmente accaduti erano frane e temporali.

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La ricerca ha fatto emergere anche dei terremoti sconosciuti?

Sì, abbiamo individuato due terremoti che fino ad ora non erano mai apparso nei documenti storici e nelle precedenti compilazioni, quello del 18 gennaio del 1901 con una magnitudo che noi abbiamo stimato poco superiore a 4.2 e il terremoto del 24 giugno 1619. Abbiamo anche escluso dei terremoti “falsi”: alcune fonti, per esempio, riportavano un terremoto avvenuto nel 1610 che abbiamo visto essere in realtà quello del 1616 ma trascritto con un errore nella data. Lo stesso abbiamo fatto con altri ipotetici terremoti dell’Ottocento, esclusi perché nelle fonti studiate non ve n’è traccia.

Per concludere possiamo osservare in Sardegna fonti iconografiche che testimoniano attenzione verso il tema sismico?

Sì, oltre alla lapide contenuta nel Duomo di Cagliari, che è un’icona meta di tutti i sismologi che visitano la zona, abbiamo trovato anche un’altra immagine nella chiesa di Sant’Efisio a Quartu Sant’Elena, vicino a Cagliari. Si tratta di un dipinto, una rappresentazione della Madonna chiamata “la Vergine del tuono” in cui, nell’iscrizione, si invoca la Madonna perché liberi il paese dal flagello delle tempeste, dei fulmini, del terremoto e di ogni male. Si tratta di una immagine molto particolare che abbiamo riportato anche nel nostro studio.

Per approfondire: http://editoria.rm.ingv.it/quaderni/2020/quaderno163fbclid=IwAR1ZM0gJbw1dcXGq8q1TC6RZjwhYNSiad6_q1zinqi4DP5Ut6XJk5ROZjl8

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