LA LUNGA STRADA PER ARRIVARE A PREVEDERE UN CAMBIAMENTO DELL’ATTUALE CIRCOLAZIONE: ECCO QUALI SARANNO LE TAPPE DA PERCORRERE
LA LUNGA STRADA PER ARRIVARE A PREVEDERE UN CAMBIAMENTO DELL’ATTUALE CIRCOLAZIONE: ECCO QUALI SARANNO LE TAPPE DA PERCORRERE
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Rispetto a quanto abbiamo detto nell’ultimo editoriale non è cambiato nulla. I ricalcoli delle possibili traiettorie future della dinamica atmosferica, da parte dei modelli numerici di previsione, lasciano infatti spazio a pochi dubbi sulla persistenza di una situazione meteorologica caratterizzata dalla presenza di un campo anticiclonico subtropicale e di temperature ancora superiori alle medie climatologiche di riferimento almeno per i prossimi 7-10 giorni. Vorrei però oggi esporvi alcune considerazioni per aiutarvi a comprendere quando sarà eventualmente possibile parlare di una modifica importante degli schemi di circolazione dal momento che, proprio nel mio ultimo intervento, ho affermato che non appena si sarebbero presentati segnali di cambiamento avremmo iniziato a parlarne aprendo un nuovo capitolo di discussione.
Vi propongo allora, come spesso procediamo quando dobbiamo guardare molto in là nel tempo, l’andamento di tutti gli scenari di temperatura previsti a 850 hPa (circa 1500 metri) sulla verticale di Roma che, ancora una volta, consideriamo solo a scopo didattico. Come detto, non abbiamo nulla da aggiungere a quanto detto sulla linea di tendenza espressa almeno fino al 5-7 settembre perché tutti gli scenari sono concordi nel dare credibilità a un quadro termico che resterà superiore alla norma (si veda il riquadro arancione). Sul finire della prima decade del nuovo mese, però, si osservano alcuni scenari che iniziano a posizionarsi su valori di temperatura inferiori alle medie climatiche (si veda il riquadro in azzurro). Si tratta di un primo timido segnale di cambiamento nel senso che, pur proseguendo la maggioranza degli scenari a percorrere sempre la stessa strada in termini di anomalia, possiamo comunque dire che qualcosa inizia a muoversi: in effetti, supponendo di ritenere credibile la possibilità di un eventuale cambiamento, da qualche parte si dovrà pur cominciare a delineare la nuova strada.
Qual è però la questione di rilevante importanza scientifica a fini previsionali? Il nocciolo del problema è che questa primissima bozza di cambiamento non è per nulla affidabile proprio perché gli scenari che iniziano a delinearla sono ancora troppo pochi rispetto al totale di quelli calcolati. Per far sì che questo segnale diventi più convincente e che il meteorologo possa arrivare a sciogliere la prognosi, è necessario che diminuiscano gli scenari caratterizzati dal sopramedia termico e aumentino quelli caratterizzati dal sottomedia termico: in altre parole, aggiornamento dopo aggiornamento il rettangolo blu dovrà contenere un numero crescente di scenari. Se si arriverà al caso in cui tutti gli scenari si porteranno sotto la media pur mostrando ancora a medio termine differenze sull’entità del raffreddamento per via della componente caotica ancora non del tutto domata, vorrà dire che il segnale del cambio di circolazione inizierà a diventare robusto e che quindi si potrà parlare in termini di «probabilità medio-alta» che si possa avere una modifica importante rispetto all’attuale stato del tempo.
Se, per esempio, gli scenari si divideranno invece tra un sopramedia e un sottomedia termico, vorrà allora dire che la forza del segnale potrebbe essere più debole e che quindi la dinamica atmosferica potrebbe orientarsi verso un cambio di passo ben più modesto che potrebbe poi sfociare in un ritorno a temperature nelle medie del periodo. Nei prossimi giorni, quindi, bisognerà osservare come si modificherà questa linea di tendenza, consapevoli del fatto che a così lunghe scadenze temporali è ovviamente anche possibile che i futuri aggiornamenti modifichino il comportamento degli scenari riportandoli tutti su valori sopra la media e/o allungando ulteriormente i tempi in cui quel rettangolo blu possa iniziare a popolarsi. Mi fermo qui per non appesantire troppo la lettura, anche perché ritengo che quanto è stato esposto sia più che sufficiente per avere almeno un’infarinatura generale su quello che è l’approccio scientificamente corretto per trattare di previsioni meteorologiche.