Hatshepsut, la regina che governò come un faraone cambiando per sempre la storia dell’Antico Egitto
Hatshepsut, la regina che regnò sull’Egitto nel XV secolo a.C., fu cancellata dalla storia ma oggi è celebrata come una delle figure più straordinarie dell’antico Egitto
di Ilaria Rosella Pagliaro
www.greenme.it
Nell’Antico Egitto, governare era affare da uomini, o almeno così si pensava. Eppure, nel XV secolo a.C., una donna ebbe il coraggio di rompere le regole e regnare come un faraone. Il suo nome era Hatshepsut, e sebbene i suoi 21 anni di potere la pongano tra i faraoni più grandi dell’Egitto, una brutale campagna di censura tentò di cancellare ogni traccia della sua esistenza subito dopo la sua morte.
Oscurata dalla storia per 3.500 anni, Hatshepsut fu una figura molto più rilevante dell’antica Cleopatra. Durante il suo regno, la regina supervisionò la costruzione di monumenti spettacolari, come il maestoso complesso funerario di Deir el-Bahri vicino alla Valle dei Re, mentre governava in un periodo di pace e prosperità.
Figlia di Thutmose I e della sua sposa Ahmose, Hatshepsut divenne regina sposando il suo fratellastro Thutmose II. Alla morte del marito nel 1479 a.C., fu nominata reggente per il figliastro Thutmose III, troppo giovane per salire al trono. Ma Hatshepsut non aveva alcuna intenzione di abbandonare il potere e si autoproclamò faraone, mantenendo il trono fino alla sua morte nel 1458 a.C. Per legittimarsi, si fece rappresentare come uomo, completa di barba e abiti regali.
Ma più che l’apparenza, fu la sua abilità di leadership a consolidare il suo status. Cominciò una vera e propria campagna di propaganda per fare accettare la sua posizione di sovrana, dichiarando che il suo stesso padre l’aveva scelta come successore e che aveva il completo appoggio degli dei. Tra le sue imprese, una spedizione di successo a Punt, vicino al Mar Rosso, da cui tornò con immense ricchezze: oro, avorio e animali esotici.
La cancellazione di un regno straordinario
Alla morte di Hatshepsut, Thutmose III, finalmente al potere, si impegnò a distruggere i suoi monumenti e a cancellare il suo nome. Nonostante il suo successo militare, il nuovo faraone non era contento di aver aspettato tanto per governare e voleva incorporare le imprese della matrigna nella sua leggenda.
Fu solo nel 1822 che gli archeologi riscoprirono il nome di Hatshepsut mentre decifravano i geroglifici a Deir el-Bahri, iniziando così a ricostruire la storia della donna più potente dell’antico Egitto. Nel 1903, il celebre egittologo Howard Carter scoprì il sarcofago vuoto della faraona nella Valle dei Re, ma passò un altro secolo prima che la sua mummia fosse identificata.
Oggi, nonostante i tentativi di Thutmose III di cancellarla, Hatshepsut è riconosciuta come una delle figure più straordinarie nella storia dell’antico Egitto, un esempio audace di ciò che significa rompere le regole e riscrivere la storia.
Fonte: NMEC