ANCORA CALDO ANCHE INTENSO, MA DA FERRAGOSTO IL PROMONTORIO NORD AFRICANO INIZIERÀ A MOSTRARE SEGNI DI DEBOLEZZA.
ANCORA CALDO ANCHE INTENSO, MA DA FERRAGOSTO IL PROMONTORIO NORD AFRICANO INIZIERÀ A MOSTRARE SEGNI DI DEBOLEZZA.
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Carissimi, ben ritrovati. Ci eravamo lasciati con una previsione di «caldo a oltranza» e oggi, alla ripresa delle analisi e delle discussioni sull’andamento del tempo, siamo nel pieno di una nuova accelerata delle temperature verso valori elevati e nuovamente superiori ai 35-36 °C in modo piuttosto diffuso, soprattutto nelle zone interne della penisola e questa volta senza distinzione dalla Pianura Padana alle due Isole Maggiori.
In una situazione meteorologica caratterizzata da un quadro termico superiore alla media che ormai ci accompagna da diverse settimane, non credo che abbia più senso parlare di «nuova ondata di caldo in atto» dal momento che l’andamento poco altalenante che ha avuto la temperatura da oltre un mese a questa parte ha semplicemente mantenuto inalterato lo stato dell’anomalia che non è mai riuscita a portarsi su valori negativi – a denotare quindi temperature inferiori alla climatologia – per via di un ingombrante promontorio nord africano da un lato e di blandi impulsi instabili dall’altro, responsabili non certo di rinfrescate ma solo di grandinate a tratti anche rovinose che hanno interessato in modo particolare alcune regioni settentrionali. Riprendiamo quindi a raccontare le dinamiche atmosferiche con l’intenzione di capire quando questo nuovo picco di calore uscirà di scena dalle nostre latitudini.
La fase molto calda iniziata nel fine settimana che si è appena concluso proseguirà indisturbata almeno fino a venerdì, ma già tra dopodomani e giovedì di Ferragosto il promontorio nord africano inizierà a mostrare i primi segnali di indebolimento sul Mediterraneo occidentale, dove andrà a insediarsi un impulso di aria fresca atlantica che però potrà ancora fare ben poco per modificare lo stato delle temperature sulla nostra penisola, destinate a rimanere ancora su valori superiori alle medie climatologiche tra i 3 e i 7 °C. (fig. 1). Con buona probabilità, però, la modesta saccatura destinata inizialmente alle Isole Baleari evolverà verso levante nei giorni successivi e ospiterà nella sua conca blandamente depressionaria presente in quota un nuovo impulso instabile in arrivo dal nord atlantico.
Questa evoluzione, attesa grosso modo tra sabato 17 e lunedì 19 agosto, dovrebbe da un lato accentuare le condizioni di instabilità sull’Italia e dall’altro ridimensionare le temperature che potrebbero, per lo meno, rientrare nei ranghi della normalità del periodo (fig. 2). Avremo modo di fornire maggiori dettagli nei prossimi giorni, alla luce dei nuovi aggiornamenti dai quali sarà possibile avere indicazioni più affidabili sulla distribuzione dei fenomeni e sull’entità del calo termico: su quest’ultimo aspetto, in particolare, bisognerà fare distinzione tra le zone che saranno interessate dagli effetti dell’instabilità e quelle che potrebbero invece essere meno esposti ai fenomeni. Quando infatti non c’è un netto cambio di circolazione con una nuova massa d’aria che va a sostituire in maniera decisa quella preesistente, si creano delle disomogeneità sui modi, sui tempi e sulla durata della diminuzione della temperatura. Basti per esempio pensare che se si passa da 37 °C a 32 °C – e quindi il calo termico è di 5 °C – ma i 32 °C sono accompagnati da tassi di umidità più elevati rispetto alla situazione di partenza, il disagio fisiologico peggiora e in un certo senso maschera il calo termico.
E allora ci si domanda: «Ma non doveva diminuire la temperatura»? Ecco perché allora, in situazioni come queste che peraltro si sono già presentate in tempi molto recenti, bisogna procedere con molta cautela per non alimentare false speranze: calo termico, in estate, non sempre significa «rinfrescata».