ONDATA DI CALDO: LA SITUAZIONE PREVISTA FINO A VENERDÌ 12 LUGLIO E PRIME CONSIDERAZIONI SULL’EVOLUZIONE SUCCESSIVA
di Andrea Corigliano, fisico dell’atmosfera
tratto da CENTROMETEO
Sotto l’azione di un’ampia circolazione depressionaria che estenderà la propria influenza marginale fino alle coste sud-occidentali europee, nei prossimi giorni il promontorio nord africano riuscirà a espandersi sul Mediterraneo centrale a sufficienza da esporre la nostra penisola e l’Europa orientale a un’ondata di caldo che avrà intensità tra moderata e forte. Lo scenario meteorologico che andrà delineandosi nel corso della settimana sarà infatti caratterizzato da un’ondulazione molto ampia del flusso in quota che collocherà la propria cresta attorno a un asse passante per l’Italia e orientato verso nord-est (fig. 1).
Questo disegno sinottico comporterà quindi che il graduale richiamo di aria calda sia principalmente diretto verso le regioni centro-meridionali partendo dalle Isole Maggiori e dalle regioni meridionali peninsulari che già da oggi saranno raggiunte da isoterme, a 850 hPa, dai valori per lo più compresi tra 20 e 25 °C. Anche il Nord risentirà dell’avvezione subtropicale ma in misura minore perché qui ci troveremo quasi ai margini della struttura anticiclonica e di conseguenza non è escluso che infiltrazioni di aria umida di origine atlantica possano determinare a più riprese qualche episodio di instabilità, specie a cavallo dell’arco alpino. Andremo così incontro a un periodo caratterizzato da temperature superiori alle medie del periodo su quasi tutto il continente europeo, ad eccezione delle aree costiere occidentali dove sarà in azione la circolazione ciclonica (fig. 2).
Le anomalie termiche più significative interesseranno soprattutto l’area balcanica e quella orientale a nord del Mar Nero, dove ci aspettiamo scarti positivi dalla climatologia mediati su cinque giorni – cioè tra l’8 e il 12 luglio – fino a 8-10 °C, mentre sull’Italia il campo termico nello stesso periodo si porterà mediamente tra i 3 e i 7 °C oltre la media. Questa anomalia inizierà a costruirsi già da domani, quando le temperature massime al Sud saranno per lo più comprese tra 30 e 36 °C con picchi di 37-39 °C su Puglia, Basilicata e Sicilia (fig. 3, a sinistra). Caldo in aumento anche al Centro-Nord, ma ancora senza eccessi e su valori per lo più compresi tra 27 e 32 °C e qualche punta di 33-34 °C tra Toscana, Umbria e Lazio. Ulteriore aumento delle temperature nella giornata di martedì 9 (fig. 3, a destra), quando i valori massimi si porteranno tra 29 e 33 °C al Nord, tra 30 e 35 °C al Centro con qualche picco di 37-39 °C sulle aree interne del versante tirrenico e tra 30 e 36 °C al Sud e sulle Isole con picchi di 37-40 °C. Mercoledì 10 e giovedì 11 ulteriore lieve aumento delle temperature.
Venerdì 12 sarà ancora una giornata molto calda, ma andremo incontro a un parziale cambiamento nella collocazione delle figure bariche (fig. 4). Il raggio d’azione dell’ampia circolazione depressionaria presente sull’ovest europeo sarà infatti ristretto da una ripresa del flusso ondulato che proporrà l’inserimento di un cuneo a incalzare il cavo d’onda: quest’ultimo andrà ad assumere la forma di una stretta saccatura in approccio al Golfo di Biscaglia e alla Francia. A questo punto sono sostanzialmente due le considerazioni da fare sulla possibile estensione di questa circolazione di aria instabile fin sul Mediterraneo.
Prima considerazione – L’evoluzione del sistema sembra essere abbastanza rapido e, in secondo luogo, questo sistema è formato da figure bariche – cioè la stretta saccatura e il cuneo – caratterizzate da estensioni spaziali piuttosto limitate: la previsione delle loro evoluzioni a distanze temporali superiori ai 5-6 giorni è quindi ancora soggetta a incertezza non trascurabile perché il segnale non è caratterizzante per l’evoluzione a grande scala e di conseguenza è necessario aspettare ancora qualche giorno per avere idee più chiare sulla dinamica.
Seconda considerazione – Ci troviamo in un’altra situazione rispetto a una delle tante avute di recente, in cui il passaggio instabile sulla penisola è nato come evoluzione di una goccia fredda o di una saccatura estesa fino alla penisola iberica. In questo caso, invece, l’onda tende a svilupparsi a una latitudine più settentrionale rispetto alla nostra e quindi la sua azione nel limitare l’influenza del promontorio nord africano potrebbe risultare più marginale. Non possiamo allora che ritornare su queste considerazioni nei prossimi giorni, alla luce dei nuovi ricalcoli della modellistica numerica.
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Andrea Corigliano, fisico dell’atmosfera