«È ESTATE E DEVE FARE CALDO»: SÌ, MA QUANTO CALDO?
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
tratto da CENTROMETEO
Ultimi giorni all’insegna dell’ondata di calore che tra oggi e domani raggiungerà l’apice della propria estensione, per poi iniziare a ritirarsi a partire da domenica sulle regioni settentrionali e nel corso della prossima settimana anche sul resto della nostra penisola: si conferma, così, il cambiamento di circolazione con l’ingresso sempre più convinto di correnti in quota da nord-ovest che apporteranno condizioni di generale variabilità e accompagneranno le temperature verso valori oscillanti attorno alle medie stagionali, vale a dire verso un caldo più «normale» per le nostre latitudini.
Non sono infatti i 35 °C e oltre a costituire il metro di confronto per stabilire se siamo in estate, ma è come sempre la climatologia del periodo di riferimento. In statistica la normalità climatica non proviene da giudizi soggettivi a cui in molti fanno riferimento quando si giudica un evento meteorologico.
Al contrario, la normalità viene definita dallo studio dell’andamento del tempo su un intervallo che l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha fissato in almeno trent’anni: è quindi il comportamento medio delle condizioni meteorologiche che si sono avvicendate in questo trentennio ad essere l’unico indicatore in grado di dirci per esempio quali sono le temperature che devo aspettarmi in un particolare mese in quella località.
La normalità climatica della seconda decade di luglio per le principali città italiane è indicata in tabella: sono questi i valori di temperatura massima che mi aspetto che vengano registrati a spasso per l’Italia.
Credo sia chiaro, vedendo questi dati, che avere allora temperature massime tra i 35 e i 40 °C o più non è affatto normale per la nostra penisola, a maggior ragione se il raggiungimento di simili valori non si limita più a tre o quattro giorni – come ci sarebbe da aspettarsi in un’ondata di calore che in quanto tale dovrebbe essere una condizione atmosferica di passaggio – ma al contrario acquista caratteristica di persistenza proprio come sta accadendo soprattutto sulle nostre regioni meridionali che stanno purtroppo vivendo anche una situazione siccitosa molto critica.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell’atmosfera