CI ASPETTA UNA LUNGA ONDATA DI CALDO, PIÙ INTENSA AL CENTRO-SUD E APPENA SCALFITA AL NORD TRA VENERDÌ E SABATO
di Andrea Corigliano – Fisico dell’atmosfera
Tratto da CENTROMETEO
Quando il promontorio nord africano entra sul Mediterraneo con decisione, può succedere che si sa quando arriva e non si sa quando toglie il disturbo perché si osserva che la durata della sua permanenza, elaborata dai calcoli della modellistica numerica, si spinge fino al limite della predicibilità dello stato del tempo che in questi casi può anche arrivare ai dieci giorni, oltre i quali però non si scorge ancora nulla di scientificamente affidabile per ipotizzare un possibile cambiamento di scenario che sia degno di nota.
Da oggi possiamo dire che entriamo in questa sorta di labirinto meteorologico perché, volendo usare una metafora, impiegheremo diversi giorni per capire se ci sarà – ed eventualmente da quanto potrà essere percorribile senza inciampare e cadere nelle buche disseminate dal caos – una strada che ci porterà fuori da questa fase meteorologica di stampo subtropicale continentale.
Il segnale caratterizzante del tempo non subirà infatti sostanziali cambiamenti almeno fino alla fine della seconda decade, come è ben intuibile osservando per esempio la previsione dell’anomalia di temperatura a 850 hPa, mediata su intervalli di cinque giorni (fig. 1): tra il 9 e il 13 luglio e poi tra il 14 e il 18 è evidente come rimanga sempre attivo il richiamo di aria calda dall’entroterra sahariano, diretto principalmente verso le nostre regioni centro-meridionali e l’Europa orientale, con la penisola balcanica che sarà esposta ai massimi effetti dell’avvezione perché qui le temperature si porteranno fino a 7-8 °C oltre la media del periodo. Più attenuato lo scarto positivo dal clima sull’Italia e qui compreso, in genere, tra 3 e 6 °C in quota e tra 3 e 8 °C a due metri dal suolo. Data la situazione quasi ingessata, non ci resta allora che andare avanti passo dopo passo proponendo la previsione della temperatura massima, partendo dai prossimi due giorni (fig. 2).
Tra (mercoledì 10) e (giovedì 11), le condizioni di tempo prevalentemente soleggiato su quasi tutta l’Italia si accompagneranno a valori termici per lo più compresi tra 29 e 34 °C al Nord (superiori in Emilia orientale e Romagna dove potremo toccare i 35-37 °C), tra 31 e 37 °C al Centro ma con picchi fino a 38-39 °C tra Umbria e Lazio, tra 29 e 36 °C al Sud e sulle Isole ma con valori superiori fino a 38-40 °C sul foggiano, materano e zone interne delle due Isole Maggiori.
Tra venerdì 12 e sabato 13 la situazione non cambierà al Centro-Sud, a parte il passaggio di nubi irregolari probabilmente confinate a Toscana, Umbria e Marche che potranno temporaneamente abbassare di qualche grado le temperature massime, ma contemporaneamente far aumentare il tasso di umidità: il beneficio del lieve calo termico potrebbe quindi risultare mascherato dall’aumento del disagio fisiologico (fig. 3). Si tratterà della coda di un impulso instabile che transiterà a cavallo dell’arco alpino, sotto la guida di una circolazione ciclonica in movimento dalle Isole Britanniche al Mare del Nord.
Questa evoluzione potrà comportare la genesi di una breve fase prevalentemente temporalesca in probabile sviluppo sui settori alpini, prealpini e in genere sulle vicine aree di pianura: ancora una volta ci sarà allora da tenere in considerazione la possibilità di avere fenomeni anche di forte intensità che avremo modo di analizzare un po’ più nel dettaglio in uno dei prossimi interventi.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell’atmosfera