DA GIORNATE ESTIVE AL DRASTICO CAMBIAMENTO DI CIRCOLAZIONE DI ORIGINE ARTICA
di Andrea Corigliano, fisico dell’atmosfera
tratto da Centrometeo
Il secondo sussulto estivo di questa primavera sta entrando nel pieno della propria realizzazione grazie all’espansione del promontorio delle Azzorre che ha iniziato a sospingere dalle latitudini subtropicali atlantiche aria decisamente calda per il periodo alla volta dell’Europa occidentale e dell’Italia. Il campo di alta pressione toccherà l’apice della propria estensione e potenza nel fine settimana ormai alle porte, mentre da lunedì inizierà a cedere sotto la spinta della corrente a getto polare che accompagnerà gradualmente verso sud la discesa di una massa d’aria fredda, di estrazione artica, in seno a una saccatura in espansione meridiana verso l’Italia e la vicina regione balcanica a partire da mercoledì e con il suo probabile completamento di configurazione tra venerdì 19 e sabato 20 aprile (fig. 1).
Nell’arco di una settimana circa passeremo quindi da una situazione meteorologica caratterizzata dalla stabilità atmosferica e da un quadro termico tipico di inizio estate – cioè con temperature massime che proprio in questo fine settimana si porteranno in modo piuttosto diffuso tra i 24 e i 27 °C, con punte di 28-29 °C e qualche locale valore di 30 °C non escluso – a una situazione più instabile e fresca sotto l’influenza di una ventilazione settentrionale anche piuttosto vivace. Tenendo conto dello scenario medio che ci fornisce al momento una prima stima della sensibile variazione termica a cui andremo incontro, a circa 1500 metri di quota si passerà probabilmente da un’anomalia positiva per lo più compresa tra 6 e 12 °C – ma con scarti dalla climatologia più marcati al Nord e meno al Sud – a una negativa per lo più compresa tra 4 e 6 °C un po’ su tutte le nostre regioni, ad eccezione delle aree alpine dove la differenza dal clima sarà superiore perché qui sarà maggiore l’incidenza dell’aria artica, trattenuta proprio dal baluardo montuoso che in questi casi funziona come una diga di contenimento (fig. 2).
Il calo termico in quota sarà quindi drastico perché la dinamica atmosferica determinerà, in pratica, il passaggio di consegne tra due masse d’aria dalle caratteristiche termodinamiche diametralmente opposte, da quella subtropicale a quella artica. Il calo termico prossimo al suolo, che sarà comunque marcato e ben avvertito, risulterà invece più sensibile laddove il cambiamento di circolazione si accompagnerà alla fenomenologia – come rovesci e temporali – portata dall’azione instabile della saccatura: pur dando credito, già da oggi, a un maggior coinvolgimento dei settori orientali della penisola per via di un flusso in media e alta troposfera diretto principalmente da nord-ovest verso sud-est, per fornire a riguardo qualche dettaglio in più bisognerà aspettare soluzioni più convergenti circa, per esempio, la tempistica e la modalità degli impulsi freddi in ingresso, nonché la possibile formazione di circolazioni depressionarie sottovento all’area alpina e la loro evoluzione. Possiamo quindi dire che in linea di massima l’evoluzione è tracciata, ma per i dettagli bisogna ancora aspettare qualche aggiornamento.