NEI PROSSIMI GIORNI CORRENTI INSTABILI DA NORD-OVEST SEMPRE PIÙ CONVINTE
Di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Tratto da Centrometeo
Anche la seconda decade di febbraio sta trascorrendo con un tipo di tempo che, in buona sostanza, non presenta caratteristiche tipiche della stagione invernale. Il filo conduttore della dinamica atmosferica resterà immutato fino a venerdì perché ancora per circa 48 ore la nostra penisola risentirà dell’influenza del promontorio nord africano in evoluzione da ovest verso est e della massa d’aria mite che lo accompagna. Sul finire della settimana, invece, deboli infiltrazioni in quota provenienti da nord ovest inizieranno a far scricchiolare le condizioni di stabilità (fig. 1, a sinistra).
Pur non andando ancora incontro a sostanziali cambiamenti dello stato del tempo, una certa variabilità inizierà a farsi strada perché comunque il campo anticiclonico a tutte le quote perderà un po’ di smalto: qualche nube in più comincerà così a solcare l’azzurro del cielo e, di pari passo, inizierà ad attenuarsi anche la mitezza di questi giorni.
Un secondo impulso da nord-ovest dovrebbe poi giungere all’inizio della prossima settimana. Il suo passaggio comporterà un ulteriore calo della pressione atmosferica (fig. 1, al centro) e la formazione di una nuvolosità in generale più compatta e organizzata a cui saranno probabilmente associate delle precipitazioni di cui, al momento, non è possibile prevederne localizzazione e intensità per via delle incertezze che riguardano la traiettoria del sistema nuvoloso. Nella seconda parte della prossima settimana potrebbe infine essere il turno di una nuova perturbazione che si legherebbe a una saccatura più pronunciata e profonda in approccio all’Europa centro-occidentale (fig. 1, a destra).
Anche in questo caso sarà bene aspettare i nuovi ricalcoli per avere un quadro meno incerto che ci permetta di definire meglio l’evoluzione più probabile. Da cosa dipenderà questa incertezza che non ci permette ancora di sciogliere la prognosi? Dipenderà, in parte, dalla posizione dell’Anticiclone delle Azzorre, molto vicino con la propria ala orientale alle coste occidentali europee dove potrebbe andare a collocare i propri massimi barici al suolo.
Non ci troviamo quindi nelle condizioni che abbiamo visto nei giorni scorsi con l’intensa perturbazione atlantica che ha trovato spalancata la porta occidentale passando dalla penisola iberica, ma in una situazione in cui lo spazio aperto al transito sarà un po’ più ristretto e quindi saranno determinanti, per avere un’idea più chiara sull’incisività dei fronti perturbati, eventuali passi avanti o indietro che saranno compiuti dalla figura anticiclonica: spetterà proprio alla modellistica numerica calcolarli nel modo più realistico possibile, correggendo il tiro aggiornamento dopo aggiornamento fino a trovare soluzioni stabili che conferiranno alla previsione un’elevata probabilità di accadimento. Su un aspetto, invece, pare esserci già una certa convergenza delle previsioni di insieme: l’impostazione nord-occidentale del flusso porterà gradualmente aria più fresca atlantica e di conseguenza, passo dopo passo, le temperature potrebbero per lo meno avvicinarsi alle medie climatologiche di quella che sarà, ormai, l’ultima decade di febbraio e dell’inverno meteorologico (fig. 2).
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell’atmosfera