I terremoti cinesi tra arte e prevenzione. Il caso di Ai Weiwei e il terremoto del 2008

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I terremoti cinesi tra arte e prevenzione. Il caso di Ai Weiwei e il terremoto del 2008

A cura di Alessandro Amato (INGV-Osservatorio Nazionale Terremoti)
www.ingvterremoti.com

Il recente forte terremoto in Cina ci ha ricordato due cose: che la Cina è molto sismica e che è anche molto grande. Appena visto che il terremoto del 22 gennaio (Mw7.0) era avvenuto nell’area montuosa all’interno del Paese, ho ripensato al drammatico terremoto che aveva colpito il Sichuan nel 2008, temendo un’altra catastrofe. In realtà tra i due epicentri ci sono quasi 3000 km di distanza.

Un visitatore al memoriale del terremoto del 2008 nel sito della scuola di Xuankou (foto dal sito CNN dedicato al decennale di questo terremoto).

Fortunatamente il terremoto del 22 gennaio 2024 non ha provocato il disastro di quello del 2008, sia a causa della magnitudo inferiore (Mw 7.0 contro 7.9) sia, soprattutto, a causa della minore densità abitativa della regione cinese al confine con il Kirzighistan.

L’estate scorsa, mentre ero a Londra per una riunione di progetto all’UCL (University College of London), ho visto che in uno spazio espositivo che non conoscevo (il Museo del Design) era in corso una mostra di Ai Weiwei, artista cinese dissidente del quale avevo visto alcune opere molto suggestive in un’altra sua mostra a Firenze.

Quello che mi aveva colpito delle opere di Ai Weiwei era la sua concezione dell’arte come impegno politico e sociale, ma anche il suo invito alla meditazione sull’umanità, sui valori, sul tempo.

Il tempo è l’essenza della vita umana e la nostra consapevolezza del passato, presente e futuro è ciò che ci permette di costruire la nostra narrazione. È questa possibilità che modella la nostra comprensione del valore e definisce il nostro senso del sé. Ai Weiwei

Avendo visitato la mostra nell’autunno del 2016, era ancora forte in me il ricordo del terremoto di Amatrice (24 agosto 2016) e della devastazione che aveva portato.

Alcune delle opere di Ai Weiwei sono dei veri e propri atti di denuncia della non azione della politica cinese per contrastare il rischio sismico, culminata con la tragedia del Sichuan.

Diverse opere di Ai Weiwei sono fatte con i mattoncini Lego che sono stati donati all’artista dal pubblico dopo che il produttore di giocattoli aveva smesso di fornirglieli perché Ai li aveva utilizzati per creare ritratti di prigionieri politici. Nella mostra di Londra l’opera, intitolata Lego Incident, era presentata insieme a una vasta riproduzione della famosa serie Le Ninfee dell’impressionista francese Claude Monet (sullo sfondo), anch’essa realizzata interamente in Lego, oltre a una spettacolare scultura in legno composta da colonne provenienti da un tempio della dinastia Qing e tavoli dello stesso periodo (foto di Alessandro Amato).

Il terremoto è quello del 12 maggio 2008, che costò la vita a oltre 80000 cinesi (si contano oltre 69000 vittime accertate e 17000 dispersi). Tra questi, almeno 5000 erano bambini e ragazzi, morti per il collasso di centinaia di scuole della regione. Secondo alcuni genitori delle vittime i ragazzi deceduti erano stati almeno 10000, oltre a 15000 feriti. Subito dopo il terremoto venne denunciata l’estrema fragilità degli edifici scolastici, descritti  come “fatti con gli avanzi del tofu”. Seguì uno scandalo per corruzione, con proteste e inchieste (ma nessun processo) verso i costruttori e i politici che avevano ignorato gli standard antisismici e risparmiato sui materiali, intascandosi così un bel po’ di soldi da questa operazione.

Danni causati dal terremoto del 2008. Foto di David and Jessie Cowhig/Flickr

Ai Weiwei ebbe un ruolo importante nella denuncia verso i politici del Sichuan e nelle attività per accertare la verità sulla pessima qualità delle strutture scolastiche, cosa che gli procurò parecchi guai con le autorità (fu picchiato dalla polizia, imprigionato e ostacolato in tutti i modi).

Una delle opere di denuncia più crude di Ai Weiwei sul terremoto del 2008, raffigurante delle bare in legno di piccole dimensioni e di varie forme. Il ferro bianco su una delle bare è uno dei tondini di acciaio contorto ed estratto dalle macerie di una scuola crollata (foto di Alessandro Amato).

La zona sismica del Sichuan era piuttosto nota, ma pochi se ne erano preoccupati prima del terremoto. Un’eccezione era stata quella di Ye Zhiping, il Direttore della Scuola di Sangzao nel 2008, che aveva agito con tenacia per rinforzare la struttura scolastica negli anni precedenti il terremoto, facendo sì che gli oltre 2000 ragazzi presenti nelle aule al momento del terremoto si salvassero. La scossa principale era avvenuta infatti, senza alcun preavviso, durante l’orario scolastico (ne abbiamo parlato qui).

Il terremoto era stato molto forte, interessando una faglia superficiale lunga circa 250 km e larga 30. Come nel caso del terremoto del 22 gennaio scorso, si era trattato di un terremoto compressivo (o meglio transpressivo, quindi dovuto a un processo di raccorciamento ma con una componente di movimento orizzontale) su una faglia orientata NE-SO, come mostrano le numerose repliche avvenute nei giorni successivi (figura). Questa sismicità è l’effetto del processo di convergenza in atto nelle catene montuose della Cina centrale e occidentale, verso l’interno della placca eurasiatica.

Nel caso del 2008 la rottura sulla faglia se era sviluppata da sudovest a nordest ed era durata circa due minuti. Lo scuotimento prodotto dal terremoto aveva provocato il collasso di circa 5 milioni di edifici e il danneggiamento di altrettanti, in una regione molto estesa. Grandi frane avevano ostruito il corso dei fiumi e provocato ulteriori disastri. Si stima che circa 34 milioni di persone siano state interessate dal sisma. Nel recente terremoto del 22 gennaio scorso la faglia presenta caratteristiche e orientazione simili, ma è più piccola (circa 50 km di lunghezza), come minore è lo spostamento relativo dei blocchi lungo la faglia (un massimo di 2-3 metri stimato per il terremoto del 2024 contro gli oltre 10 metri nel 2008).

Ai Weiwei ha realizzato molte opere per denunciare lo scandalo delle scuole del Sichuan. Alla mostra di Londra ce n’erano alcune molto suggestive, come i due grandi serpenti appesi alle pareti.

Altra opere di denuncia di Ai Weiwei sul terremoto del 2008: due grandi serpenti appesi alle pareti realizzati  con un gran numero di zaini appartenenti ai bambini rimasti sepolti sotto alle scuole crollate (Foto di Alessandro Amato).

Avvicinandosi all’opera si nota che i serpenti sono fatti con un gran numero di zaini: sono quelli, tutti uguali, dei bambini rimasti sepolti sotto alle scuole crollate.

Vedere quegli zainetti degli studenti cinesi, quelle piccole casse di legno sagomate per ricordare le bare dei bambini morti nel terremoto, quei tondini di acciaio arrugginiti estratti dalle macerie delle scuole e poi raddrizzati da Ai Weiwei e ricomposti a formare una grande faglia nella superficie terrestre, faceva rabbrividire e riflettere sull’importanza della prevenzione e della legalità.

A cura di Alessandro Amato (INGV-Osservatorio Nazionale Terremoti)

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