Dov’era l’Italia 750 milioni di anni fa?

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Dov’era l’Italia 750 milioni di anni fa?

Una mappa interattiva per vedere lo spostamento dei continenti in 750 milioni di anni. Dai primi vertebrati alla scomparsa dei dinosauri, com’è cambiato il mondo?
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Quale dinosauro camminava dalle vostre parti milioni di anni fa? Potete scoprirlo con questa mappa online e interattiva basata su dati geologici, creata da Ian Webster, curatore dell’enorme database sui dinosauri dinosaurpictures.org.

Secondo studi recenti, i supercontinenti si formerebbero e frantumerebbero ogni 250 milioni di anni. Il futuro potrebbe quindi riservare una nuova Pangea, come l’ipotizzata “Pangea Ultima”: un’unica distesa di terra che vedrà l’Africa unita al Nord America e la scomparsa dell’Oceano Atlantico.

La mappa è navigabile sia per anno, da 750 milioni di anni fa ad oggi, sia per evento: la comparsa dei primi fiori (120 mln di anni fa), la formazione dei supercontinenti Pangea (240 mln) e Pannotia (600 mln). Inoltre è possibile “rimuovere le nuvole” (per avere la visuale nitida della superficie terrestre), fermare la rotazione della Terra e anche cercare indirizzi.

Webster ha creato la mappa con lo scopo di dare un’idea del mondo abitato dai dinosauri. Su Dinosaur Pictures ci sono mappe che indicano la posizione del ritrovamento dei fossili, ma se, ad esempio, i resti del Dimorphodon si trovano sia nel Regno Unito sia in Messico… era diffuso in tutto il mondo? Dove abitava? Il sito interattivo risponde appunto a questa domande.

Roma (il puntino in rosa) nel Cretaceo, 105 milioni di anni fa. | Dinosaur Pictures

Per aiutarci a comprendere i grovigli continentali, Webster ha sovrapposto alla mappa i confini politici degli stati attuali.

«Mi ha sbalordito che i geologi abbiano messo assieme abbastanza dati da poter ricostruire la posizione di casa mia fino a 750 milioni di anni fa», scrive online Webster, «e ho pensato che avrebbe avuto lo stesso effetto di sbalordimento su tutti.»

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Illustrazione: la marcia di due Diplodocus in una Terra ancora piena di spazio da occupare. | Shutterstock

I punti di geolocalizzazione sono da considerarsi come approssimativi, è naturale, perché i dati di partenza hanno un certo margine d’errore. Purtroppo, ammette Webster, «non saremo mai in grado di provare fino in fondo la veridicità di queste simulazioni.» Ma è comunque affascinante poter dare un’occhiata a un mondo tanto alieno da quello che conosciamo, sapendo che è casa nostra, qualche ristrutturazione continentale fa.

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