IL VIZIO DEL PROMONTORIO NORD AFRICANO, IN TUTTE LE STAGIONI
di Andrea Corigliano
tratto da Centrometeo
È ormai diventato il nostro compagno di viaggio in tutte le stagioni e anche in questo 2024 appena iniziato è pronto a fare una visita al Mediterraneo centro-occidentale e ai paesi che vi si affacciano: si tratta del promontorio nord africano. Complice l’affondo in pieno Oceano Atlantico della coda di una vasta saccatura molto sviluppata in ampiezza, la struttura di alta pressione riceverà la spinta e l’alimentazione per espandersi verso nord, facendo in tal modo lievitare la superficie isobarica di 500 hPa anche di 300-400 metri oltre la quota a cui si dovrebbe posizionare in questo periodo dell’anno (fig. 1, a sinistra).
Si tratterà dell’ormai noto «effetto mongolfiera» dovuto al trasporto di una massa d’aria particolarmente mite, direttamente estratta al largo delle coste nord-occidentali africane, che una volta arrivata sul bacino del Mediterraneo farà notare di non essere tipica delle nostre latitudini perché in quota, laddove affluirà senza problemi galleggiando sull’aria più fredda presente nei bassi strati, porterà il campo termico su valori in genere tra 8 e 14 °C oltre la media climatologica della terza decade di gennaio (fig. 1, a destra). Si formerà un anticiclone di stampo estivo nel cuore dell’inverno.
Trascorreremo così alcuni giorni sotto l’azione di una figura barica marcatamente anomala per il periodo che andrà a occupare una posizione diventata ormai quasi abituale negli ultimi anni (fig. 2). Le configurazioni bariche di questo tipo sono proprio quelle che in estate causano le intense ondate di caldo, con le temperature che raggiungono e superano le soglie dei 35-40 °C senza troppi problemi.
In inverno lo scudo ci è offerto dalle minori ore di luce, dalla debole radiazione solare e dalle conseguenze che questo fattore astronomico porta con sé nell’agevolare la formazione di inversioni termiche che, dove presenti, ci isolano in parte dal riscaldamento in arrivo.
Non per questo, però, dobbiamo sminuire la portata del fenomeno. Indipendentemente dal fatto se sarà più o meno evidente e sensibile la mitezza anche nei bassi strati, è bene sottolineare che il quadro evolutivo previsto nel corso della settimana andrà a dare forma a uno scenario insolito e fuori scala per questo periodo. Una sottolineatura, questa, utile per tenere sempre a mente quali sono i canoni climatici delle nostre latitudini, diventate oggi più vicine a quelle tropicali e più lontane da quelle temperate, nelle quali anche l’inverno aveva tempi e modi per recitare la propria parte da protagonista senza limitarsi a una toccata e fuga.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell’atmosfera