ECCO IL PRIMO ANTICICLONE DI BLOCCO DEL 2024: POTREBBE DURARE PIÙ DI DIECI GIORNI
di Andrea Corigliano
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Si va delineando una fase atmosferica dominata da condizioni anticicloniche persistenti. Come sempre, in queste dinamiche, a metterci lo zampino sarà il promontorio nord africano che sta acquistando forza e potenza sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo. Stiamo parlando di uno scenario che emerge in maniera piuttosto nitida, nella forma e nella sostanza, dalle soluzioni che vengono calcolate dalla modellistica numerica in chiave probabilistica e che lasciano pochi dubbi su quello che sarà molto probabilmente il segnale dominante almeno per i prossimi dieci giorni.
In estrema sintesi, possiamo riassumere il nostro futuro stato del tempo parlando di stabilità atmosferica conclamata e di mitezza che si tradurranno, dal punto di vista pratico, in una situazione caratterizzata dall’assenza di precipitazioni e da temperature anche di diversi gradi superiori alle medie climatologiche (fig. 1). Nel periodo statisticamente più freddo della stagione invernale, che grosso modo cade tra la terza decade di gennaio e la prima di febbraio, saremo così interessati da una figura barica che non è di certo rappresentativa delle condizioni meteorologiche che mi dovrei aspettare in questo periodo. Pur non potendo ovviamente dettagliare ora l’evoluzione per tutto il periodo, resta comunque evidente come per l’intera fase le radici dell’anticiclone afro-mediterraneo rimangano ben salde alle nostre latitudini, facendo così in modo che l’Europa centro-meridionale venga a trovarsi dentro una sorta di campana di vetro almeno fino ai primi giorni di febbraio (figg. 2 e 3).
Per tutto il periodo le anomalie di temperatura più significative dovrebbero interessare soprattutto il Nord, il versante tirrenico centro-settentrionale e la Sardegna, dove dovrebbe persistere un’anomalia media di temperatura di 6-8 °C per circa dieci giorni. Provando ad andare ancora oltre nella scadenza temporale per arrivare fino al 5-6 febbraio (fig. 4), è possibile cogliere ancora una circolazione atmosferica prevalentemente vincolata all’apporto di masse d’aria di origine subtropicale a curvatura anticiclonica su tutto il settore centro-occidentale del nostro continente, a dimostrazione del fatto che pur nella fisiologica crescente incertezza della previsione dello scenario potremmo ancora trovarci sotto prevalenti condizioni di stabilità e mitezza, forse meno accentuate rispetto al periodo precedente. Ma non è questo, al momento, l’aspetto su cui concentrare l’attenzione per magari attaccarsi a una speranza che l’inverno possa, in qualche modo, dare successivamente qualche segnale di vita.
Al contrario, i riflettori vanno puntati sul fatto che queste sono le situazioni in grado di sconvolgere letteralmente le nostre medie climatiche perché su di esse lasciano un’impronta indelebile. Tutte le stagioni non sono estranee a questo tipo di circolazioni di blocco: tra i casi più recenti, ricordiamo la lunga estate di ottobre che ha avuto alla base una situazione come quella che sperimenteremo nei prossimi giorni. È una questione di ripetitività di certi schemi di circolazione che sono nuovi rispetto a quelli che abbiamo avuto in passato: proprio per questo, da quest’anno, ho intenzione di numerarli perché ritengo che possa essere utile, per chi segue questa pagina, tenere il conto delle condizioni atmosferiche simili, su cui gli scienziati del clima ci hanno da tempo avvisato: la deriva verso uno stato mediamente più caldo del pianeta comporta un «aumento dell’intensità e della frequenza delle onde di calore», con risvolti diversi sul globo e con un’accentuazione del fenomeno soprattutto nelle aree, come il Mediterraneo, che sono state definite «hot spot» del cambiamento climatico.
Questo sarà un nuovo caso da inserire nella lista. Quanti altri ne inseriremo in questo 2024? E quanti di questi saranno bilanciati da una… reazione uguale e contraria? La risposta alla prima domanda non la conosciamo e la scopriremo passo dopo passo, quella alla seconda è invece scontata perché conosciamo il seguito delle precedenti fasi del tempo come quella che si appresta a entrare in scena.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell’atmosfera