Nuove prove svelano che potrebbe esserci la vita su Encelado
Un ulteriore esame dei dati raccolti tempo fa dalla missione Cassini-Huygens della NASA ha individuato nuove molecole presenti nei pennacchi ghiacciati che fuoriescono dalla luna di Saturno, suggerendo che potrebbe esistere vita aliena nel sistema solare
di Ling Xin/Scientific American
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Encelado, la luna di Saturno coperta di oceani, proietta costantemente acqua nello spazio attraverso fratture nella sua crosta ghiacciata. La sonda Cassini ha determinato la composizione di questi getti a metà degli anni duemila e ha trovato molecole che includevano anidride carbonica e ammoniaca, entrambe fondamentali per la vita sulla Terra. Ora, in uno studio pubblicato su “Nature Astronomy”, gli scienziati hanno rianalizzato i campioni di Cassini e rivelato la grande diversità chimica di Encelado, rendendo questa piccola luna ghiacciata la migliore candidata a trovare vita aliena nel sistema solare.
L’autore principale dello studio, il biofisico Jonah Peter della Harvard University, è rimasto incuriosito da precedenti scoperte secondo cui Encelado sarebbe probabilmente ricca di composti organici, la maggior parte dei quali non era stata identificata. Per capire la vera composizione chimica della luna, Peter e i suoi colleghi del Jet Propulsion Laboratory della NASA hanno riesaminato i dati raccolti nel 2011 e nel 2012 dalla missione Cassini-Huygens dell’agenzia, che ha fatto volare ripetutamente una sonda attraverso gli spettacolari pennacchi d’acqua di Encelado. I campioni di Cassini, analizzati dallo spettrometro di massa a bordo della sonda (uno strumento che identifica i composti in base al loro peso molecolare), avevano inizialmente rivelato cinque tipi di molecole nei getti: acqua, anidride carbonica, metano, ammoniaca e idrogeno molecolare.
Per la nuova analisi, Peter e i suoi colleghi hanno elaborato ulteriormente i dati di Cassini: hanno usato una tecnica di analisi statistica per confrontare le firme molecolari dei campioni del getto con quelle di miliardi di potenziali combinazioni di composti noti. Ciò ha permesso di determinare i componenti più probabili del pennacchio.
“La ricerca dei composti nel pennacchio è un po’ come rimettere insieme i pezzi di un puzzle”, spiega Peter. “Cerchiamo la giusta combinazione di molecole che riproduca i dati osservati.”
Il gruppo ha concluso che i getti ghiacciati includevano le cinque molecole già identificate, ma anche alcuni composti più grandi e pesanti, tra cui idrocarburi come cianuro di idrogeno (o acido cianidrico) ed etano, nonché tracce di composti parzialmente ossidati come il metanolo.
I nuovi risultati si sono basati su un metodo statistico “intelligente e robusto” per rivelare queste molecole più grandi, afferma Michel Blanc, scienziato planetario all’Istituto di ricerca in astrofisica e planetologia di Tolosa, in Francia, che ha lavorato alla missione Cassini. Questi composti non sono stati rilevati nell’analisi iniziale di Cassini perché gli strumenti di bordo non erano attrezzati per identificarli. “Nessuno nel gruppo Cassini-Huygens aveva immaginato che le piccole lune di Saturno potessero essere chimicamente attive e generare molecole pesanti: questa è stata, senza dubbio, la più grande sorpresa e probabilmente la più importante scoperta di Cassini”, aggiunge Blanc.
Insieme ai componenti già rilevati in precedenza, come l’acqua e l’ammoniaca, queste molecole appena scoperte potrebbero servire come mattoni e fonti di energia per i microbi, e potrebbero potenzialmente sostenere un’origine indipendente della vita. Dalla scoperta degli oceani di Encelado, questa luna è diventata un “obiettivo primario” nella ricerca dei mattoni fondamentali della vita, afferma Peter.
Peter è stato particolarmente entusiasta di rilevare la presenza di cianuro di idrogeno, o HCN, perché è “uno dei più importanti e versatili elementi costitutivi della vita”, sottolinea. Quando si combina con altre molecole, l’HCN può contribuire a formare nucleobasi e amminoacidi, i precursori di biochimiche più complesse come proteine e RNA. Le simulazioni di laboratorio hanno dimostrato che queste trasformazioni sono possibili in ambienti simili al guscio di ghiaccio di Encelado, osserva Peter. “Molte molecole importanti per l’origine della vita potrebbero essersi formate su Encelado e potrebbero formarsi ancora oggi su Encelado”, spiega Peter.
La diversa composizione chimica dei pennacchi indica un elevato potenziale per le reazioni di ossido-riduzione, o “redox”, che sono spesso considerate un elemento chiave nella sintesi degli elementi costitutivi della vita e nei processi biochimici che consentono agli organismi viventi di respirare ossigeno e di fotosintetizzare.
I campioni Cassini hanno ora rivelato la presenza di composti sia ossidati sia ridotti nei pennacchi di Encelado. Si tratta di un risultato “decisamente entusiasmante”, afferma Kate Craft, scienziata planetaria presso il Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory, che non ha partecipato al nuovo studio. Queste molecole potrebbero mescolarsi tra loro, potenzialmente attraverso l’attività idrotermale sul fondale della luna, e potrebbero teoricamente creare “un ambiente abitabile dove la vita può essere sostenuta o potrebbe avere origine”, aggiunge Craft.
Gli scienziati non hanno prove che indichino che un tale processo si sia effettivamente verificato. Infatti, non è chiaro se o dove questi composti ossidati e ridotti possano incontrarsi. Craft sottolinea che i ricercatori non sanno ancora esattamente come l’acqua in eruzione si faccia strada attraverso il guscio di ghiaccio della luna.
Tuttavia, i risultati possono essere utili per le missioni in corso e per quelle programmate verso mondi oceanici simili a Encelado, tra cui la luna acquatica di Giove Europa, che probabilmente presenta molte delle stesse proprietà, spiega Craft. Queste domande saranno ulteriormente esplorate dalla sonda dell’Agenzia spaziale europea Jupiter Icy Moons Explorer (Juice), attualmente in viaggio verso il sistema di Giove.
Secondo Blanc, le nuove scoperte costituiscono un valido motivo per rivisitare Encelado nelle future missioni spaziali. Ora che i ricercatori conoscono la straordinaria diversità molecolare della luna, potrebbero utilizzare uno spettrometro di massa in grado di studiare molecole più grandi per esaminare il suo complesso ambiente chimico e forse rivelare la vera abitabilità di questa luna esplosiva.