Si sposta il Polo Nord Magnetico e le piste dell’aeroporto di Milano Linate sono costrette a cambiare nome
Il Polo Nord magnetico corre sempre più velocemente verso la Siberia e anche l’aeroporto di Milano Linate deve adeguarsi per facilitare il lavoro dei piloti
di Rosita Cipolla
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A partire dal 30 novembre gli estremi delle piste dell’aeroporto di Milano Linate cambieranno, passando dagli attuali 18/36 a 17/35. Il motivo? Tutta “colpa” dello scivolamento del Polo Nord magnetico verso la Siberia, che sta creando non pochi stavolgimenti negli scali e alle compagnie aeree.
Infatti, il Polo Nord magnetico – da non confondere con quello geografico (che è fisso) si sta muovendo con una certa rapidità. Di conseguenza dati come la numerazione delle piste di decollo e atterraggio devono regolarmente essere aggiornati costantemente, così come i documenti di volo e le mappe aeronautiche, in modo che i numeri dipinti sulla pista corrispondano alle cifre che compaiono sui device di volo utilizzati dai piloti, evitando che si crei così confusione.
Come confermato al Corriere della Sera dall’Enav, la società che gestisce il traffico aereo, i cambiamenti interesseranno anche Milano Linate, che costituisce uno degli scali più importanti del nostro Paese.
Negli ultimi decenni lo spostamento del Polo Nord Magnetico ha subito un’accelerazione, muovendosi a una velocità compresa fra i 37 e i 72 km l’anno (mentra il Polo Sud si muove di circa 5-9 km l’anno). Ma cosa determina questo fenomeno? Bisogna subito chiarire che on si tratta di un evento nuovo. Come spiega l’ESA, la prima volta è stato, infatti, osservato nel 1861; all’epoca, però, le cause non erano note.
Secondo gli scienziati, tale “corsa” è il risultato della competizione tra due grandi lobi di flusso magnetico negativo al confine tra il nucleo e il mantello della Terra, sotto il Canada e la Siberia. Dai dati raccolti negli ultimi vent’anni dai satelliti, in particolare dall’ESA, è emerso che i cambiamenti nel modello di flusso del nucleo hanno allungato il lobo canadese, con conseguente accelerazione del polo verso la Siberia.
Fonte: ESA