I super ricchi, l’1% della popolazione mondiale, emettono CO2 quanto due terzi dell’umanità

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I super ricchi, l’1% della popolazione mondiale, emettono CO2 quanto due terzi dell’umanità

«Chi fa parte dell’1% più ricco per reddito inquina in media in 1 anno quanto inquinerebbe in 1.500 anni una persona appartenente al restante 99% dell’umanità»
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A pochi giorni dall’inizio della 28esima Conferenza Onu sul clima (Cop28) a Dubai, un nuovo rapporto elaborato da Oxfam e Stockholm environment institute (Sei) torna a mettere in evidenza i legami che uniscono la lotta alle disuguaglianze col contrasto alla crisi climatica in corso.

Il documento mostra che nel 2019 (ultimo anno con dati aggiornati disponibili) l’1% più ricco in termini di reddito della popolazione mondiale – ovvero 77 milioni di persone – è stato responsabile di una quota di emissioni di CO2 pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone, ossia due terzi dell’umanità; tali emissioni causeranno 1,3 milioni di vittime a causa degli effetti del riscaldamento globale, la maggior parte entro il 2030.

In altre parole, chi fa parte dell’1% più ricco per reddito inquina in media in 1 anno quanto inquinerebbe in 1.500 anni una persona appartenente al restante 99% dell’umanità. In queste condizioni, lottare contro la crisi climatica sembra svuotare una barca che affonda con un secchiello bucato: ogni anno, infatti, le emissioni di questi super-ricchi annullano di fatto la riduzione di emissioni di CO2 derivanti dall’impiego di quasi un milione di turbine eoliche.

Continuando su questa rotta, nel 2030 le emissioni di carbonio dell’1% più ricco saranno 22 volte superiori al livello compatibile con l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5°C, stabilito con l’Accordo di Parigi sul clima.

Un problema che riguarda da vicino anche l’Italia, dato che nello stesso anno il 10% più ricco emetteva il 36% del 50% più povero della popolazione.

«I super-ricchi stanno saccheggiando e inquinando il pianeta e di questo passo finiranno per distruggerlo, lasciando l’umanità a fare i conti con ondate estreme di calore, inondazioni e siccità sempre più frequenti e devastanti – dichiara Francesco Petrelli, portavoce di Oxfam Italia – Per anni abbiamo lottato per creare le condizioni di una transizione giusta che ponga fine all’era dei combustibili fossili, salvare milioni di vite e il pianeta. Ma raggiungere quest’obiettivo cruciale sarà impossibile se non porremo fine alla crescente concentrazione di reddito e ricchezza».

Nel merito, tra le proposte avanzate da Oxfam spicca l’urgenza di introdurre un’imposta progressiva sui grandi patrimoni, a partire proprio dallo 0,1% dei cittadini più ricchi. Si tratta di una proposta che è già oggetto di un’Iniziativa dei cittadini europei per la quale è in corso la raccolta firme, basata su un approccio con ampio sostegno a livello internazionale, e sostenuta da una crescente mole di lavori di ricerca (come quelli condotti in seno alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa).

«Senza pretesa di rappresentare una panacea – argomenta Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia – un’imposta progressiva sui grandi patrimoni può generare risorse considerevoli per la decarbonizzazione dell’economia e per affrontare al contempo i crescenti bisogni sociali (salute, istruzione, contrasto all’esclusione sociale) che stentano a trovare oggi una risposta adeguata».

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