Il Vajont del Sikkim: crolla una diga dopo la tracimazione di un lago glaciale
Gli ambientalisti: non parlate di disastro naturale: è colpa delle dighe idroelettriche lungo il corso del fiume Teesta
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Mentre in Italia si avvicina il 60esimo anniversario del disastro del Vajoi<nte, nell’ex regno Himalayano del Sikkim, ora minuscolo Stato dell’India, è accaduto qualcosa di simile e centinaia di soccorritori stanno scavando tra detriti fangosi e acqua ghiacciata che scorre veloce alla ricerca di sopravvissuti dopo che il lago glaciale Lhonak è straripato e ha sfondato una diga. Un disastro che molti ritenevano annunciato e che è iniziato nelle prime ore del 4 0ttobre, quando l’acqua è straripata in un lago di montagna e ha sfondato la grossa diga idroelettrica Teesta 3 e poi ha spazzato via la valle sottostante, dove ha ucciso decine di persone, trasportando corpi a chilometri di distanza, e costringendo migliaia di persone a fuggire dalle loro case.
Non è chiaro cosa abbia scatenato l’alluvione mortale, l’ultima che ha colpito l’India nordorientale in un anno di piogge monsoniche insolitamente intense, ma ta le cause ci potrebbero essere la pioggia intensa e il terremoto di magnitudo 6,2 che ha colpito il vicino Nepal il 3 ottobre.
La diga Teesta 3 ha solo 6 anni ed è la più grande dello Stato del Sikkim, ma le popolazioni locali si sono sempre opposte alla sua costruzione. Un rapporto del 2019 della Sikkim State Disaster Management Authority stri del Sikkim nel 2019 aveva definito il lago Lhonak «Altamente vulnerabile alle inondazioni che potrebbero rompere le dighe e causare ingenti danni alla vita e alle proprietà».
Con strade e ponti spazzati via e squadre di soccorso che devono ancora raggiungere l’epicentro delle inondazioni nel nord del Sikkim, gli ambientalisti del Sikkim che si sono opposti alla costruzione di grandi progetti idroelettrici sul fiume Teesta si rifiutano parlare ora di disastro naturale e sottolineano che «Le inondazioni non avrebbero causato danni così ingenti se non fosse stato per il progetto idroelettrico della diga Teesta Stage III da 1200 MW».
Il segretario generale di Affected Citizens of Teesta (ACT), Gyatso Lepcha, ha detto che «Non è solo un disastro naturale. La costruzione di una centrale elettrica così grande ad alta quota nel fragile ecosistema del Sikkim è stato un errore commesso dall’uomo. Le inondazioni non avrebbero causato danni così enormi se non fosse stato per il progetto energetico idroelettrico».
Un funzionario statale del Sikkim, Hem Kumar Chettri, ha detto a The Hindu: «Non conosciamo l’entità del danno alla diga poiché le squadre di soccorso devono ancora raggiungere l’epicentro. La squadra di soccorso è in arrivo ma non c’è collegamento stradale e il alttempo continua a rappresentare un problema. Circa 60-70 case sono state spazzate via nel distretto di Mangan e e sono state colpite circa 10.000 – 20.000 persone. Diverse strade e 7 ponti sono stati spazzati via dal diluvio. Circolano molte voci e che la gente non dovrebbe farsi prendere dal panico.
Un avviso del governo del Sikkim invita le persone bloccate nel distretto di Mangan a non farsi prendere dal panico ma, «In considerazione della situazione di emergenza senza precedenti creata dall’inondazione del fiume Teesta», consiglia a tutti i turisti che intendono visitare il Sikkim di rinviare il viaggio a una data successiva quando la situazione si sarà normalizzata. Lo Stato ha chiuso anche tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Secondo Lepcha, «La tragedia è stata aggravata a causa della costruzione di progetti idroelettrici ad alta quota nel fragile ecosistema del Sikkim. Ci sono 12 progetti di idroelettrica a Teesta e nei suoi affluenti nel Sikkim, uno Stato che rientra nella zona sismica IV/V e registra tra le precipitazioni annuali più elevate del Paese. Bisogna smantellare il progetto della centrale elettrica Teesta IV (510 MW) e demolire il progetto Teesta V (520 MW) che è in fase di proposta».
Il disastro del Sikkim ha colpito anche il nord del vicino Stato del West Bengala e e il suo governatore, CV Ananda Bose, in visita nelle aree colpite dalle inondazioni nei distretti di Darjeeling, Kalimpong e Jalpaiguri, ha affermato che «In nome dello sviluppo non possiamo distruggere l’ecologia. Tutto ciò che non ha senso dal punto di vista ecologico non avrà senso dal punto di vista economico. E’ necessario un equilibrio tra ecologia e sviluppo». Secondo il governo del West Bengala «Ci sono circa 7.000 turisti bloccati nel Sikkim, di cui 2.000 provengono dal West Bengalaz. Circa 3.584 persone del Bengala sono ospitati in campi di soccorso.
L’India conta sulle dighe idroelettriche dell’Himalaya per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di energia rinnovabile e rallentare il cambiamento climatico. Per questo il governo di destra indiano vuole raddoppiare l’energia idroelettrica entro il 2030, portandola a 70.000 megawatt, e ha approvato centinaia di nuove dighe nella montuosa parte settentrionale del paese. Ma la crescente frequenza e intensità di condizioni meteorologiche estreme, causate proprio dai cambiamenti climatici che si vogliono combattere, mette a rischio le persone che vivono a valle delle dighe: l’aumento delle temperature fa sì che i ghiacciai si sciolgano più velocemente, esercitando una maggiore pressione sulle dighe. Ad agosto, quasi 50 persone sono morte a causa delle inondazioni improvvise e delle frane nel vicino Stato di Himachal Pradesh, e a luglio le piogge record nel nord dell’India hanno ucciso più di 100 persone. Uno studio del 2016 ha rilevato che oltre un quinto delle 177 dighe costruite vicino ai ghiacciai himalayani in 5 Paesi sono a rischio a causa dei laghi glaciali, Tra queste c’era anche la diga Teesta 3.
Lepcha conferma: «Sapevamo che sarebbe successo» e ora quel progetto costato 1,5 miliardi di dollar, in grado di produrre 1.200 megawatt di elettricità – sufficienti ad alimentare 1,5 milioni di case indiane – ha portato morte e distruzione e danni incalcolabili.
Intervistato dall’AP, Himanshu Thakkar di South Asian Network for Rivers, Dams and People, denuncia che «Nonostante si trattasse del più grande progetto dello Stato, non erano stati installati sistemi di allarme rapido, anche se lo straripamento del ghiacciaio era un rischio noto”, ha affermato. Le autorità non hanno applicato le lezioni apprese dalla rottura di una diga nel 2021 nello stato himalayano dell’Uttarakhand che ha ucciso 81 persone, consentendo il verificarsi di un disastro stranamente simile. L’India ha approvato una legge sulla sicurezza delle dighe nel 2021, ma Teesta 3 non è nell’elenco delle dighe la cui sicurezza è monitorata dal principale regolatore indiano delle dighe».
Oggi, la National Disaster Management Agency indiana ha annunciato che prevede di istituire sistemi di allarme rapido nella maggior parte dei 56 laghi glaciali indiani a rischio conosciuti.
Intanto il bilancio si aggrava di ora in ora: nel Sikkim, più di 2.000 persone sono state salvate dopo le inondazioni di mercoledì, le autorità hanno allestito 26 campi di soccorso per oltre 22.000 persone». Sono stati trovati morti 7 militari, 11 ponti nella valle di Lachan sono stati spazzati via dalle acque che hanno colpito anche le condutture e danneggiato o distrutto più di 270 case in 4 distretti.
L’esercito indiano sta fornendo assistenza medica e connettività telefonica ai civili nelle aree di Chungthang, Lachung e Lachen e sta costruendo ponti temporanei per portare cibo nelle aree colpite.