I terremoti tra Marche ed Umbria del 26 ottobre 2016
Otto anni fa, la sequenza sismica del Centro Italia, iniziata senza preavviso il 24 agosto, prendeva una piega nuova e in parte aspettata. La sismicità, che fino a quel giorno era rimasta confinata nel settore appenninico compreso tra il confine Lazio-Abruzzo e la zona poco a nord di Norcia (cerchi blu), migrava verso nord, con i due forti terremoti del 26 (M5.4 alle 19:10 e M5.9 alle 21:18) interessando un settore nuovo, fino a Muccia. La zona attiva si estendeva così per oltre 60 km dall’Abruzzo alle Marche.
Di lì a pochi giorni sarebbe avvenuto il più forte terremoto della sequenza, M6.5 il 30 ottobre alle 7:40, il cui epicentro si collocò tra le due zone già attive, rompendo con maggiore energia le faglie già attivate nei terremoti precedenti e probabilmente attivandone di nuove. I danni, già pesanti, si aggravarono notevolmente in molte località. Tuttavia, grazie alle cautele raccomandate dagli scienziati e messe in atto dal sistema di protezione civile, il terremoto del 30 ottobre non provocò ulteriori vittime.