Un’enorme esplosione solare ha colpito una sonda spaziale della NASA

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Un’enorme esplosione solare ha colpito una sonda spaziale della NASA

Se avesse colpito la Terra, questa imponente espulsione di massa coronale avrebbe potuto causare blackout su scala continentale
di Meghan Bartels/Scientific American
www.lescienze.it

La sonda Parker Solar Probe della NASA è stata costruita per resistere ai danni dell’ambiente vicino al Sole, e per una buona ragione. Grande come un’automobile, la sonda ha attraversato una gigantesca esplosione solare di particelle cariche chiamata espulsione di massa coronale (coronal mass ejection, CME). Secondo gli scienziati, se questa CME avesse investito la Terra, avrebbe potuto causare vasti blackout a livello continentale. Alcune di queste particelle incandescenti hanno sfrecciato nello spazio a circa tre milioni di chilometri all’ora.

L’incontro è avvenuto sul lato opposto del Sole rispetto alla Terra. È iniziato il 5 settembre 2022 ed è durato quasi due giorni interi, spiegano gli scienziati in un nuovo articolo pubblicato su “The Astrophysical Journal”. In quel momento, la sonda Parker Solar Probe si trovava a soli 9 milioni di chilometri dalla superficie del Sole. In genere i ricercatori devono studiare le eruzioni solari dal nostro pianeta, che si trova in media a 150 milioni di chilometri di distanza.

La CME in questione era il tipo di evento che gli scienziati preferirebbero non poter studiare dalla Terra; vorrebbero che queste grandi esplosioni rimanessero lontane dal nostro pianeta. Questo perché le CME, che inviano bolle di particelle cariche attraverso il sistema solare, possono causare tempeste geomagnetiche vicino alla Terra che interferiscono con aspetti chiave della nostra vita, come i satelliti GPS che usiamo per navigare o le reti elettriche che gestiscono le nostre case e i nostri uffici. La tempesta geomagnetica più potente mai registrata, chiamata “evento di Carrington”, si è verificata nel 1859, quando gli esseri umani avevano assai meno infrastrutture vulnerabili a questo tipo di tempeste. Tuttavia, l’evento di Carrington ebbe un impatto impressionante sulla rete dei telegrafi e incendiò persino alcune apparecchiature.

Se la CME del settembre 2022 si fosse diretta verso la Terra, avrebbe potuto provocare una tempesta geomagnetica della stessa entità dell’evento di Carrington, ha dichiarato uno scienziato della Parker Solar Probe in un recente comunicato stampa del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory. Oggi, se una tempesta del genere dovesse colpire senza preavviso, potrebbe causare blackoutin interi continenti, hanno detto i fisici.

Il timore di un evento di simili dimensioni diretto verso la Terra è stato parte dell’ispirazione per la missione Parker Solar Probe. La NASA sperava che potesse far luce su misteri ancora irrisolti sull’attività del Sole, per esempio il modo in cui le particelle cariche nel vento solare che fluisce costantemente dal Sole raggiungono velocità così elevate e perché l’atmosfera del Sole, cioè la corona, è così incredibilmente calda, molto più calda della superficie della stella.

La Parker Solar Probe è stata lanciata nell’agosto 2018. È stata progettata per avvicinarsi sempre di più al Sole nel corso della sua missione di sette anni. Per tutto questo tempo, gli scienziati sono stati entusiasti di come la tempistica della missione si sia allineata con il ciclo di attività del Sole di 11 anni: la navicella è stata lanciata mentre il Sole era relativamente tranquillo e si prevedeva che l’attività avrebbe raggiunto il picco nel 2025, proprio quando la missione avrebbe raggiunto il suo culmine. Tuttavia, gli scienziati hanno ottenuto più di quanto avrebbero potuto sperare. Il ciclo solare 25, come viene chiamato il periodo attuale, è stato più attivo di quanto previsto dai ricercatori, con una serie di esplosioni come CME e brillamenti solari, che sono costituiti da radiazioni.

Il personale della Parker Solar Probe spera che la sonda sia in grado di catturare altri eventi di questo tipo durante gli otto avvicinamenti al Sole previsti per il resto della sua missione. Il prossimo flyby solare della sonda, il diciassettesimo, avverrà il 27 settembre.

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