Un vulcano ha scatenato correnti sottomarine a oltre 120 kmh
A questa velocità non erano mai state registrate finora. Raggiunti i 122 Km l’ora, dopo l’eruzione di Hunga Tonga
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La gigantesca eruzione del vulcano Hunga Tonga, avvenuta il 14 gennaio 2022 nell’Oceano Pacifico, ha scatenato le correnti sottomarine più forti e violente mai registrate: con una potenza equivalente a centinaia di bombe atomiche, il vulcano ha emesso un pennacchio di materiale alto fino a 57 chilometri che e’ ricaduto direttamente in acqua, spedendo rocce, cenere e gas sul fondo del mare alla velocità di 122 chilometri all’ora.
È stata questa la causa del danneggiamento dei cavi di telecomunicazione sottomarini, che collegano l’arcipelago di Tonga al resto del mondo.
Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Science e guidato dal Centro Nazionale di Oceanografia Britannico, il primo a documentare questo aspetto della piu’ grande eruzione del 21esimo secolo.
I ricercatori guidati da Mike Clare e Isobel Yeo hanno utilizzato i dati riguardanti tempistiche e posizione dei danni provocati ai cavi di telecomunicazione per calcolare la velocita’ delle correnti sottomarine: circa 122 chilometri orari, piu’ veloci di quelle innescate da terremoti, inondazioni o tempeste finora registrate. Dato che il 95% delle comunicazioni globali sono trasportate da cavi posati sul fondale marino, i risultati della ricerca evidenziano le vulnerabilita’ del sistema a eventi di questo genere.
La velocita’ delle correnti sottomarine si va dunque ad aggiungere alla lista di record battuti dall’eruzione dell’Hunga Tonga. Diversi studi, ad esempio, hanno dimostrato che l’esplosione ha modificato le normali correnti atmosferiche ad alta quota e ha generato una super-bolla di plasma nell’atmosfera sopra il Sudest asiatico, un fenomeno gia’ conosciuto ma che non era mai stato osservato con queste dimensioni. Altre ricerche hanno calcolato che durante l’esplosione si sono verificati quasi 200mila fulmini, con un picco di oltre 2.600 lampi al minuto: si tratta dei fulmini piu’ ad alta quota mai misurati, da 20 a 30 chilometri sopra il livello del mare.