Scoperte api mummificate del periodo dei faraoni, perfettamente conservate da 3.000 anni
Un qualche tipo di evento “catastrofico”, come un’improvvisa gelata o un’inondazione, ha probabilmente ucciso tutte le giovani api adulte in una volta sola
di Rebecca Manzi
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Nel 2019, alcuni ricercatori che esploravano la costa sud-occidentale del Portogallo hanno fatto una scoperta inaspettata: centinaia di api ben conservate erano state mummificate all’interno dei loro bozzoli negli ultimi 2.975 anni.
Ora il team ha descritto il suo raro ritrovamento in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Papers in Palaeontology. Sebbene gli scienziati abbiano scoperto altri nidi d’ape fossilizzati, questa è la prima volta che ne trovano uno con gli antichi insetti ancora all’interno.
Di solito gli insetti si decompongono rapidamente dopo la morte, ma in questo caso le condizioni si sono allineate perfettamente per preservare i corpi delle api. Il coautore dello studio Andrea Baucon, paleontologo dell’Università di Siena in Italia, ha sostenuto:
Con una documentazione fossile di 100 milioni di anni di nidi e alveari attribuiti alla famiglia delle api, la verità è che la fossilizzazione dei suoi utenti è praticamente inesistente.
Si tratta di giovani api adulte del genere Eucera
Il team si è imbattuto nell’antico nido vicino all’attuale città di Odemira mentre studiava l’evoluzione nel tempo dell’ecosistema costiero atlantico del Portogallo. Perlustrando la costa hanno trovato bozzoli fossilizzati a forma di bulbo all’interno di alcune rocce.
Inizialmente gli scienziati non erano in grado di stabilire quale insetto avesse prodotto i bozzoli. Ma quando hanno portato i fossili in laboratorio e li hanno fotografati con uno speciale tipo di TAC chiamato tomografia microcomputerizzata a raggi X sono stati in grado di scrutare all’interno senza danneggiare le strutture.
Le immagini altamente dettagliate e tridimensionali hanno rivelato i resti intatti di giovani api adulte del genere Eucera, che trascorrono la maggior parte della loro vita sottoterra e vi depongono le uova. Lasciano anche un nascondiglio di polline che la prole può mangiare quando diventa adulta. Si sviluppano all’interno di bozzoli protettivi – che la madre crea producendo un filo impermeabile simile alla seta – prima di emergere in superficie e ricominciare il ciclo vitale.
Un evento catastrofico potrebbe avere sorpreso le api
Ma come mai si trovavano in questo bozzolo? Probabilmente le api erano avvolte al sicuro nei loro bozzoli quando è accaduto qualcosa di “catastrofico”. Non è del tutto chiaro cosa sia accaduto agli insetti, ma i ricercatori sospettano che un brusco cambiamento del tempo, come un gelo inaspettato o un’inondazione improvvisa, li abbia uccisi contemporaneamente.
I bozzoli, fatti di polimeri organici, hanno sigillato i delicati corpi delle api all’interno e hanno tenuto fuori ossigeno e batteri. Questo ha permesso alle creature di rimanere intatte negli ultimi tre millenni, giungendo così all’aspetto attuale.
Dai fossili, i ricercatori hanno anche dedotto che le api avevano mangiato il polline di una pianta da fiore della famiglia delle Brassicaceae – che comprende cavoli e senape – poco prima della loro scomparsa. Questo avvalora ulteriormente la tesi che sia stato un evento meteorologico a scatenare la loro moria, piuttosto che una fame di massa causata da una prolungata siccità.
Poiché più di 25 specie di api Eucera e loro parenti abitano ancora in Portogallo, i ricercatori sperano che il nido fossile offra ulteriori spunti per capire come gli insetti si siano evoluti nel tempo, perché possono trovarsi faccia a faccia con gli utilizzatori dei nidi.
Fonte: Papers in Palaeontology