La NASA ha rilevato un segnale di Voyager 2 dopo la perdita di contatti

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La NASA ha rilevato un segnale di Voyager 2 dopo la perdita di contatti

Un inconveniente potrebbe aver messo a tacere la sonda fino a metà ottobre, ma un segnale emesso da Voyager 2 offre la speranza di ristabilire il contatto prima di quella data
di Meghan Bartels/Scientific American
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La Terra potrebbe non avere notizie di una delle sue più amate navicelle spaziali fino a metà ottobre a causa di un’anomalia che ha alterato l’orientamento della sonda Voyager 2 rispetto al nostro pianeta. Ma gli ingegneri della NASA hanno captato un segnale, un “battito” che, secondo l’agenzia, potrebbe aiutare a ristabilire le comunicazioni ancora prima.

Una serie di comandi pianificati e inviati alla sonda Voyager 2 della NASA il 21 luglio ha inavvertitamente fatto disallineare di due gradi l’antenna rispetto alla Terra, hanno scritto i funzionari della NASA in un comunicato del 28 luglio. “Di conseguenza, Voyager 2 non è attualmente in grado di ricevere comandi o trasmettere dati alla Terra.”

Dopo l’inconveniente iniziale, la NASA ha rilevato quello che il personale della missione chiama un segnale portante dalla sonda, che conferma che Voyager 2 sta ancora funzionando correttamente.

“È un po’ come sentire il ‘battito cardiaco’ della navicella, conferma che la sonda sta ancora trasmettendo, come gli ingegneri si aspettavano”, hanno scritto in un tweet del 1° agosto i funzionari del Jet Propulsion Laboratory della NASA, che gestisce la navicella. “Gli ingegneri cercheranno ora di inviare a Voyager 2 un comando per puntare nuovamente verso la Terra.”

Se non dovesse funzionare, la NASA prevede che Voyager 2 riprenderà le comunicazioni in ottobre grazie a comandi regolarmente programmati che servono a reimpostare l’orientamento della sonda. La prossima di queste manovre di riorientamento avverrà il 15 ottobre.

Voyager 2 è stata lanciata nell’agosto 1977, circa due settimane prima della sua gemella Voyager 1, che è passata davanti a Giove e Saturno, per poi avvicinarsi a Titano, la luna più grande di Saturno. Voyager 2 ha seguito un percorso diverso, passando davanti a Giove e Saturno e poi a Urano e Nettuno. A oggi, rimane l’unica sonda ad aver visitato questi ultimi due pianeti.

Le missioni Voyager hanno anche avuto un ruolo unico nella cultura americana. Ogni navicella spaziale trasporta un disco d’oro: un fonografo che include saluti nelle lingue di tutto il mondo e una serie di brani musicali. Ogni disco è racchiuso in una custodia che mappa la posizione della Terra rispetto a 14 pulsar, stelle di neutroni rotanti che emettono radiazioni a intervalli molto precisi. La missione Voyager 1 ha catturato la storica fotografia nota come “Pale Blue Dot” (pallido punto blu), che ritrae la Terra come un minuscolo puntino nella vastità dello spazio.

Entrambe le sonde hanno poi continuato a viaggiare attraverso lo spazio. Voyager 2 si trova ora a quasi 12,4 miliardi di chilometri dalla Terra, circa 133 volte la distanza del nostro pianeta dal Sole. Prima che si è verificasse l’inconveniente, ci volevano quasi 18,5 ore affinché un segnale dalla Terra raggiungesse la sonda e altre 18,5 ore perché gli esseri umani ricevessero una risposta.

Su Voyager 2 sono ancora operativi cinque strumenti. Nel 2018 la sonda è passata nello spazio interstellare, dove l’influenza del Sole diminuisce. Ora la sonda sta lavorando per aiutare gli scienziati a capire che cosa succede, per esempio, quando i raggi cosmici sovrastano il vento solare, il flusso di particelle cariche che scorre costantemente dal Sole.

L’energia di Voyager 2 sta tuttavia diminuendo, poiché si allontana sempre più dal Sole e la sua fonte di energia nucleare invecchia. La NASA ha già spento alcuni componenti per risparmiare energia, ma presto i funzionari prevedono di spegnere altri strumenti nella speranza di estendere le operazioni della sonda fino al 2030: un’impresa impressionante, visto che la missione era stata progettata per durare solo quattro anni.

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