Il Sole è più attivo del previsto, tra brillamenti e macchie solari

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Il Sole è più attivo del previsto, tra brillamenti e macchie solari

Intanto la sonda Parker lo ‘sfiora’ per la 16esima volta
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L’attività del Sole si sta intensificando ben oltre le attese: lo dimostra il potente brillamento registrato il 2 luglio – che per fortuna ha provocato solo dei brevi ma intensi blackout radio nell’ovest degli Stati Uniti e sull’oceano Pacifico – così come le oltre 160 macchie solari comparse sulla superficie della stella a giugno, un record mensile che non si registrava da ben 21 anni.

Questo proprio mentre la sonda Parker della Nasa ha completato la sua 16esima orbita intorno al Sole, raggiungendo il punto di minima distanza lo scorso 22 giugno.

Più macchie solari significa maggior rischio di brillamenti (come quello del 2 luglio di classe X, la più potente di cui è capace il Sole) e di eruzioni solari, che possono influire sull’operatività di satelliti, Gps, telecomunicazioni e reti elettriche.

Non sono ancora del tutto chiare le ragioni che hanno portato a questa accelerazione nell’attività solare: qualche risposta potrebbe arrivare dalla sonda Parker Solar Probe della Nasa, lanciata nel 2018 proprio per osservare da vicino la corona esterna del Sole.

Lo scorso 27 giugno ha completato la sua 16esima orbita intorno alla stella, che il 22 giugno ha ‘sfiorato’ da una distanza di 8,5 milioni di chilometri. Il 21 agosto la sonda Parker supererà Venere per il sesto di sette sorvoli del pianeta necessari per raddrizzare la traiettoria e avvicinarsi sempre di più al Sole. In vista di questo flyby, il 7 giugno ha effettuato una piccola manovra di correzione della rotta, la prima dal marzo 2022.

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