Il fallout radioattivo dei primi test nucleari statunitensi
L’Antropocene è iniziato il 20 luglio 1945? Per le popolazioni colpite sarà più facile ottenere risarcimenti?
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Tra il 1945 e il 1962 negli Stati Uniti furono condotti 101 test di armi nucleari atmosferiche che provocarono diffusi fallout radioattivi e la conseguente contaminazione ambientale ed esposizione della popolazione. Ma, negli Usa e altrove, una valutazione accurata dell’entità del fallout dei test sulle armi nucleari è stata difficile a causa del monitoraggio limitato e dell’impossibilità ad accedere a dati coperti dal segreto militare. Lo studio “Fallout from U.S. atmospheric nuclear tests in New Mexico and Nevada (1945-1962)”, pubblicato su arXiv da un team di ricercatori statunitensi affonta questo deficit mettendo insieme i dati del governo Usa, i datii meteorologici storici rianalizzati ad alta risoluzione e la modellazione del trasporto atmosferico per ricostruire la deposizione di radionuclidi negli Stati Uniti contigui, con una risoluzione spaziale di 10 chilometri e temporale di un’ora fino a 5 giorni dopo la detonazione, di tutti i 94 test atmosferici realizzati nel New Mexico e nel Nevada con rese di fissione sufficienti a generare nuvole a fungo.
Lo studio include anche le stime di deposizione per 10 giorni dopo la detonazione di Trinity, il primo test di armi nucleari in assoluto, realizzato il 16 luglio 1945, e identifica luoghi in cui la deposizione di radionuclidi superava significativamente i livelli nelle aree coperte dal US Radiation Exposure Compensation Act (RECA). Risultati che includono il fallout in tutti i 48 Stati Usa contigui.
I ricercatori evidenziano che questi dati «Forniscono un’opportunità per rivalutare le implicazioni per la salute pubblica e l’ambiente dei test nucleari atmosferici. Infine, le nostre scoperte parlano anche del dibattito per segnare l’inizio dell’Antropocene con il fallout delle armi nucleari. Le nostre stime sulla deposizione indicano che le ricadute dirette di Trinity, un dispositivo al plutonio, raggiunsero il lago Crawford in Canada, il sito proposto per la “golden spike” che segna l’inizio dell’epoca dell’Antropocene, a partire dal 20 luglio 1945».
La bomba atomica venne sviluppata, come parte del Progetto Manhattan. da un team di scienziati guidati dal fisico americano Robert Oppenheimer.
Secondo l’università di Princeton, «Il nuovo modello dimostra che le esplosioni nucleari effettuate nel New Mexico e nel Nevada tra il 1945 e il 1962 hanno portato a una diffusa contaminazione radioattiva, con Trinity che ha dato un contributo significativo all’esposizione nel New Mexico, negli Stati vicini, e ha raggiunto 46 dei 48 Stati Usa contigui, nonché Canada e Messico. Lo studio documenta anche deposizioni significative in Nevada, Utah, Wyoming, Colorado, Arizona e Idaho, oltre a dozzine di terre tribali riconosciute a livello federale. Un significativo deposito radioattivo ha avuto luogo in località del New Mexico e su terre tribali riconosciute a livello federale non coperte dalla legge statunitense sulla compensazione dell’esposizione alle radiazioni».
Il team di ricerca è guidato da Sébastien Philippe di Science and Global Security (SGS) della Princeton University, insieme a Susan Alzner e Megan Smith di shift7, Mason Grimshaw di The Earth Genome e Gilbert P. Compo dell’università del Colorado Boulder e dei NOAA Earth System Research Laboratories, e fa parte di un lavoro di ricerca dell’SGS guidato da Sébastien Philippe che negli ultimi tre anni hsa modellato le conseguenze radiologiche dei test e dell’uso di armi nucleari sulle persone e sul pianeta. Una ricerca che precedentemente si è concentrata sulla ricostruzione delle eredità radiologiche e ambientali dei test nucleari atmosferici francesi nel Pacifico.
Alla Princeton spiegano ancora che «Il progetto di ricerca integra strumenti computazionali all’avanguardia per la simulazione di funghi atomici di esplosioni nucleari e il trasporto atmosferico a lungo raggio di particelle radioattive, dati storici di rianalisi meteorologica ad alta risoluzione spaziale e temporale e informazioni d’archivio declassificate sui test nucleari. Gli strumenti e l’approccio in fase di sviluppo consentiranno una migliore modellazione degli effetti dei programmi di test delle armi nucleari atmosferici a livello globale e renderanno possibili nuove valutazioni dei danni alle popolazioni e agli ambienti esposti ai test nucleari».
Philippe ha detto al New York Times: «E’ una grande scoperta e, allo stesso tempo, non dovrebbe sorprendere nessuno. La mancanza di dati ha ostacolato i tentativi di analizzare le conseguenze del test Trinity, dal momento che nel 1945 gli Stati Uniti non avevano stazioni di monitoraggio. Inoltre, i dati meteorologici storici erano disponibili solo dal 1948 in poi, quindi è stato frustrante modellare le conseguenze della prima bomba atomica».
La Alzner ha aggiunto: «E’ difficile determinare la quantità di ricaduta radioattiva dal test Trinity, poiché rimane ancora nei siti di deposito di radionuclidi in tutto il Ppaese».
Gli scienziati fanno notare qualcosa che probabilmente non piacerà molto ai governi dei Paesi che hanno effettuato test nucleari: «L’identificazione dei luoghi in cui la radioattività ha notevolmente superato i livelli nelle aree coperte dal Radiation Compensation Act (RECA) può essere utilizzata in modo che più persone siano risarcite dal governo degli Usa».
Alex Wellerstein, storico nucleare dello Stevens Institute of Technology ha commentato: «Fino ad oggi, la maggior parte degli americani, in particolare i giovani americani, non ha apprezzato appieno la misura in cui gli Stati Uniti si sono auto-annichiliti».