COME SI FORMA UNA «CUPOLA DI CALORE»

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COME SI FORMA UNA «CUPOLA DI CALORE»

di Andrea Corigliano 
tratto da Centrometeo

Le «onde di calore» sono situazioni meteorologiche particolari che si possono verificare quando la dinamica atmosferica rallenta la propria evoluzione, fino a bloccarsi per alcuni giorni e mantenere così, sulla stessa area geografica, un tipo di tempo stabile con caldo in aumento per la presenza, alle nostre latitudini, del promontorio nord africano. Come si crea questo tipo di situazione? Con l’ausilio di uno schema semplificato, spieghiamo il processo che causa il raggiungimento di temperature insolitamente elevate in prossimità del suolo.

1) AVVEZIONE DI ARIA CALDA – L’ingrediente principale è una massa d’aria subtropicale che viene trasportata in quota dall’azione congiunta tra una circolazione depressionaria presente in prossimità delle coste occidentali europee e il promontorio nord africano in fase di espansione verso nord. Abbiamo visto che questo trasporto può essere previsto analizzando l’andamento della temperatura a 850 hPa, cioè a circa 1500 metri, perché a questa quota ci troviamo di solito in libera atmosfera e quindi il valore termico che osserviamo è propriamente la temperatura dell’aria in arrivo: isoterme con valori uguali o superiori ai 20 °C sono quindi indicative di una massa d’aria subtropicale in movimento dall’entroterra sahariano verso il Mediterraneo centrale.

2) PROMONTORIO NORD AFRICANO INTENSO – Il flusso di calore in arrivo subisce gli effetti della circolazione anticiclonica che è impostata dal promontorio in quota. Più intensa e potente è la figura barica – cioè più elevate sono le altezze di geopotenziale che portano per esempio la superficie isobarica di 500 hPa a superare i 5900 metri di quota – maggiore è l’azione di schiacciamento a cui va incontro l’aria calda che è affluita perché nelle aree di alta pressione i moti avvengono dall’alto verso il basso.

3) LA COMPRESSIONE – L’azione di schiacciamento comporta così la compressione della stessa massa d’aria che, già calda in partenza, viene spinta verso il basso e si riscalda ulteriormente. Muovendosi infatti dall’alto verso il basso, l’aria va incontro a una pressione atmosferica via via maggiore che la comprime all’interno di un volume sempre più piccolo: aumentano così gli urti tra le molecole, aumenta l’attrito e quindi aumenta la temperatura: succede un po’ come quando noi ci sfreghiamo le mani e sentiamo che i due palmi si surriscaldano.

4) ASSENZA DI NUBI – I movimenti discendenti della massa d’aria sono anche all’origine della dissoluzione della nuvolosità e quindi del mantenimento di condizioni prevalentemente soleggiate. Anche la radiazione solare contribuisce così a incrementare la temperatura perché quella massa d’aria calda, che si riscalda ulteriormente per compressione, riceve anche il calore rilasciato dal terreno che è riscaldato dalla radiazione solare.

La cupola di calore isola quindi le condizioni meteorologiche che si verificano al suo interno da quelle che si verificano al di fuori di essa. La massa d’aria calda, trovandosi così in una sorta di gabbia costruita dalla campana anticiclonica, rimane bloccata e contribuisce a sua volta a intensificare l’ondata di caldo: giorno dopo giorno, aumentano così le temperature massime che possono localmente avvicinarsi o superare i 40 °C e parallelamente anche le minime perché, proprio a causa dei moti di compressione (vedi 3), viene inibita la perdita del calore durante la notte. Alle onde di calore sono quindi associate anche le notti «tropicali», chiamate in questo modo perché la temperatura nelle ore notturne non riesce a scendere al di sotto dei 20 °C e può raggiungere, all’alba, anche picchi superiori ai 25-26 °C.

Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

Andrea Corigliano, fisico dell’atmosfera

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